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Titolo dell'opera:

Giano

Autore:

Della Porta, Guglielmo - Della Porta, Gian Giacomo

Tipologia:

scultura

Epoca:

1536 - 1536 - XVI

Inventario:

MSA 3685

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 99.5; Larghezza: 64; Profondità: 32

Tecnica:

Marmo bianco apuano

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Descrizione:

Il busto è stato identificato da Santo Varni nel 1866 con quello commissionato nel 1536 dai Padri del Comune a Gian Giacomo o Guglielmo Della Porta per una fontana da erigersi davanti alla Chiesa di Sant'Ambrogio. La fontana fu poi spostata in Piazza San Domenico (1628) e da lì in piazza Marsala (XIX secolo). Nell'Ottocento il busto di Giano, distaccato dalla struttura di cui faceva originariamente parte, è stato montato sulla cupola dell'edicola in Piazza Sarzano. Nel 2001 è stato poi trasferito nel Museo di Sant'Agostino. Busto marmoreo di Giano con duplice volto barbuto.

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Titolo dell'opera:

La scoperta dell'America

Acquisizione:

Fiaschi-Agarini 15/02/2008 - donazione

Autore:

Fiaschi, Sergio

Tipologia:

plastico

Epoca:

1992 - 1992 - XX

Inventario:

4518

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 44; Larghezza: 81; Lunghezza: 43

Tecnica:

legno

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Descrizione:

Il diorama riproduce la spiaggia dell'isola di San salvador, il mare e le 3 caravelle alla fonda.

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Titolo dell'opera:

Globo di Norimberga

Acquisizione:

1998 Genova - acquisto

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Globo di Norimberga

Tipologia:

mappamondo

Epoca:

1998 - 1998 - XX

Inventario:

4366

Misure:

Unità di misura: cm; Diametro: 100

Tecnica:

cartapesta dipinta

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Descrizione:

Globo in cartapesta dipinta.

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Titolo dell'opera:

Galeone genovese «S. Matteo»

Acquisizione:

Ing. L.G.Boschi 21/10/1948 - donazione

Ambito culturale:

ambito genovese

Autore:

Mambriani, Marco

Tipologia:

modellino di nave

Epoca:

1976 - 2000 - XX

Inventario:

4230

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 55; Larghezza: 30; Lunghezza: 70

Tecnica:

legno

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Titolo dell'opera:

Quadrante orario

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Quadrante orario

Epoca:

1892

Inventario:

3960

Misure:

Tipo di misura: lato corto; Unità di misura: cm; Varie: 36

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Descrizione:

Costruito secondo i principi formulati da Edmund Gunter (1581-1626), questo quadrante manteneva le funzioni di quello nautico, ma era inoltre uno strumento astronomico sofisticato con una proiezione stereografica del cielo (con equatore, eclittica, tropico del Cancro e posizione di cinque stelle). Realizzato per una determinata latitudine, era dotato di un quadrato delle ombre e un calendario zodiacale.

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Titolo dell'opera:

Quadrante navale

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Quadrante navale

Epoca:

1892

Inventario:

3958

Misure:

Tipo di misura: lato corto; Unità di misura: cm; Varie: 34

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Descrizione:

Il quadrante nautico era uno strumento usato a bordo già ai tempi di Cristoforo Colombo per misurare la latitudine. Era di modeste dimensioni, traforato per il vento e quindi più semplice di quelli esposti nei musei. Aveva la forma di un quarto di cerchio (da qui il nome quadrante), la cui parte curva era graduata di grado in grado.

Qualsiasi movimento della nave condizionava la lettura dello strumento, che quindi era molto approssimativa. La tolleranza della misurazione stava all'interno di un'area grande circa come il mar Tirreno! Per compensare l’errore, si facevano più letture e quindi una media tra esse.

Il quadrante non si prestava all'osservazione del Sole, per evidenti rischi alla vista del lettore. Come l’astrolabio, il quadrante permetteva la misurazione dell’astro senza la visione contemporanea dell’orizzonte.

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Titolo dell'opera:

Astrolabio astronomico

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Astrolabio astronomico

Epoca:

1892

Inventario:

3957

Misure:

Unità di misura: cm; Varie: Diametro: 65,5

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Descrizione:

Alla fine dell'Ottocento il capitano Enrico Alberto D'Albertis, studioso di storia della navigazione, fece eseguire in base ai suoi studi e a propri disegni queste riproduzioni in legno degli strumenti astronomici e nautici noti ed utilizzati nell'età di Colombo.

L'astrolabio è uno strumento di origine ellenistica e per secoli rimase fondamentale per ogni osservazione astronomica. Strumenti delle dimensioni di questo, dotavano le prime navi portoghesi, impegnate nell'esplorazione costiera africana.

Per conoscere la latitudine dei luoghi, questi astrolabi venivano sbarcati e appesi a grandi treppiedi per effettuare le misurazioni. Il reticolo inciso consentiva di individuare 20 stelle fisse, individuate da un dimostratore graduato ruotante.

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Titolo dell'opera:

Astrolabio nautico

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Astrolabio nautico

Epoca:

1892

Inventario:

3956

Misure:

Tipo di misura: diametro; Unità di misura: cm; Varie: 40

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Descrizione:

Sia il quadrante sia l'astrolabio permettevano la misurazione di altezza di un astro senza la visione contemporanea dell'orizzonte marino.

Il Sole non era privilegiato per le osservazioni astronomiche. Nel Quattrocento l'osservazione del Sole richiedeva la conoscenza del calendario e della posizione in cielo, ma l'una e l'altra indicazione non erano disponibili per tutti i piloti. Per cercare di conoscere la declinazione astronomica del Sole, i piloti esperti conservavano delle tabelle che riportavano la variazione della declinazione astronomica del Sole nel periodo di quattro anni.

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Titolo dell'opera:

Planisfero nautico

Acquisizione:

Biblioteca Brignole Sale De Ferrari Genova - Provenienza

Ambito culturale:

ambito spagnolo

Autore:

De la Cosa, Juan

Tipologia:

carta nautica

Epoca:

- XIX

Inventario:

3627

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 102; Larghezza: 184

Tecnica:

inchiostro

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Descrizione:

L'autore dell'originale era Juan de la Cosa (1460-1510), armatore della Santa Maria, pilota e cartografo di Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci. Egli la realizzò per i regnanti spagnoli al suo ritorno a Cadice nel 1500. La mappa fu fatta in modo verticale, ossia l'Occidente corrisponde alla parte superiore e l'Oriente la parte inferiore. Nella parte superiore appare un'effigie di San Cristoforo, forse un tributo al suo capitano.

La mappa è attraversata da due linee orizzontali rosse, che indicano il Tropico del cancro e l'Equatore. La linea verticale blu indicherebbe la raya, la divisione di influenza tra Castiglia e Portogallo, sancita dal trattato di Tordesillas nel 1494. Esso spostava la linea a 370 leghe a ovest dall’isola di Capo Verde, rispetto a quella stabilita l'anno prima dalla bolla del papa Alessandro VI Inter caetera.

La mappa presenta grossolani errori nella posizione delle isole caraibiche, disegnate molto più a nord della realtà. L'errore (voluto) è un "refuso" risalente dagli accordi di Alcaçovas del 1479, che fissavano la linea virtuale di divisione per parallelo, a 25° di latitudine nord. Secondo la mappa Cuba e le altre isole sarebbero castigliane.

Con il trattato di Tordesillas si intende far iniziare il colonialismo europeo del mondo. Copia unica della carta originale, dipinta su pergamena nel 1500 e conservata al Museo Navale di Madrid. Fu commissionata in occasione delle celebrazioni colombiane del 1892.

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Titolo dell'opera:

Ritratto di Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci

Acquisizione:

Riva Giuseppe, Conte 05/02/1905 - donazione

Ambito culturale:

ambito italiano

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Ritratto di Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1541 - 1610 - XVI- XVII

Inventario:

3467

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 21; Larghezza: 65

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

Perché il continente americano ha preso il nome da Amerigo Vespucci, pur essendo comunemente la scoperta attribuita a Cristoforo Colombo?

Innanzitutto va detto che le accuse mosse per tanto tempo a Vespucci - ritenuto per lungo tempo un mistificatore e un vanesio che avrebbe defraudato Colombo della sua gloria – sono ingiustificate. Lo stesso numero dei suoi viaggi americani, è stato oggetto di falsità: non quattro bensì due: nel 1499 e 1501. Egli non cercò mai di attribuirsi il merito della scoperta. Anzi, all’inizio anche Vespucci, come Colombo, riteneva che le terre scoperte facessero parte dell’Asia.

Amerigo Vespucci era nato nel 1454 da un’antica famiglia fiorentina ed ebbe un’eccellente educazione umanistica. Giovanissimo entrò nella casa commerciale del banchiere fiorentino Lorenzo di Pier Francesco de’ Medici, che provvedeva all’allestimento delle spedizioni d’oltremare spagnole e portoghesi.

Alla fine di maggio del 1501 intraprese una spedizione per conto del Portogallo. Dopo aver raggiunto l’estrema latitudine sud toccata nel primo viaggio, proseguì lungo il continente verso sud-ovest giungendo in prossimità dello stretto scoperto poi da Ferdinando Magellano. Nel luglio 1502 era di ritorno nuovamente a Lisbona.

Questo viaggio fu il più ricco di conseguenze, rivelando al navigatore l’inaspettata esistenza di un Nuovo Mondo. Infatti Vespucci aveva costeggiato una terraferma a una latitudine così meridionale mai raggiunta neppure dagli altri navigatori portoghesi, che avevano nel frattempo già circumnavigato l’Africa, raggiungendo l’India: di qui l’idea di un continente indipendente di cui divenne l'assertore. Tela rettangolare dipinta ad olio, con cornice dorata. Nella tela i busti-ritratto dei due navigatori sono inseriti in due ovali, mentre i putti tengono fra le mani i simboli dei grandi navigatori.

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