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Titolo dell'opera:

Trittico dell’amicizia

Autore:

Thayaht, Ernesto (Michahelles)

Tipologia:

scultura

Epoca:

1932 - 1932 - XX

Inventario:

GD1993.8.1-2

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 99; Larghezza: 100; Profondità: 8; Unità di misura: cm; Altezza: 99; Larghezza: 100; Profondità: 6

Tecnica:

gesso

Descrizione:

I due pannelli rappresentano due calchi del Trittico dell’amicizia che, esposto alla XVIII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1932 alla Mostra dell’Aeropittura e della Pittura dei Futuristi Italiani e realizzato in taiattite (una lega a base di alluminio inventata dallo stesso Thayaht), includeva anche un elemento intitolato Cantare insieme. Trittico in bassorilievo con figure maschili geometriche.

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Titolo dell'opera:

Legionario

Autore:

Scapolla, Giovanni

Tipologia:

scultura

Epoca:

1938 - 1938 - XX

Inventario:

GX1993.117a,b

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 300; Larghezza: 61; Profondità: 105

Tecnica:

gesso

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Descrizione:

La grande scultura – caratterizzata da richiami stilistici e iconografici classici, in linea con quella celebrazione della “romanità” che improntò la propaganda del Fascismo – rappresenta uno degli studi delle decorazioni plastiche che Scapolla realizzò nel 1938 per la decorazione di un sacrario dei martiri ed eroi fascisti, da costruirsi a Pavia per commemorare il ritorno dei volontari che avevano partecipato alla Guerra di Spagna. L'opera ritrae una figura di soldato a mezzo busto con le braccia alzati sopra la testa.

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Titolo dell'opera:

Colossus

Acquisizione:

Michele Oka Doner

Autore:

Doner, Michele Oka

Tipologia:

scultura

Epoca:

2004 - 2004 - XXI

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 160; Larghezza: 66; Profondità: 55

Tecnica:

cera e acciaio

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Descrizione:

L'artista nata e cresciuta a Miami Beach, con questa scultura ha inteso raffigurare il suo amico d’infanzia Micky come un “colosso”, che si muove da una parte all’altra del globo alla ricerca delle opere per la sua collezione. Per Colossus, scultura ricoperta di cera, si è ispirata all’artista Medardo Rosso, la cui vita e opera corrono in qualche maniera parallele al periodo della collezione di Micky Wolfson, focalizzata sui decenni compresi tra il 1880 e 1950. Colossus, tuttavia, è un’opera strutturalmente moderna: una cornice di acciaio sostiene l’armatura, per un ritratto che comprende corpo e anima.

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Titolo dell'opera:

Brigantino a palo

Acquisizione:

Collezione Navale Garelliana 05/04/1905 - donazione

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Brigantino a palo

Tipologia:

modello

Epoca:

1851 - 1900 - XIX

Inventario:

3383

Misure:

Unità di misura: m; Altezza: 1.5; Larghezza: 2.1; Lunghezza: 0.33

Tecnica:

legno

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Descrizione:

Modello di brigantino in legno.

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Titolo dell'opera:

Vascello "Sovereign of the Seas"

Ambito culturale:

ambito italiano

Autore:

Anonimo

Tipologia:

modello

Epoca:

1975 - 1975 - XX

Inventario:

4380

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 50; Larghezza: 30; Lunghezza: 70

Tecnica:

legno- assemblaggio, intaglio

Descrizione:

Modellino ligneo di vascello.

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Titolo dell'opera:

Rappresentazione classica con battello a due vogatori

Acquisizione:

Transmarina, Soc. Anonima Trasporti Internazionali 1923/10/15

Autore:

De Nobili, Pietro

Tipologia:

stampa

Epoca:

1551 - 1600 - XVI

Inventario:

2402

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 22,3; Larghezza: 35,5

Tecnica:

carta- acquaforte

Descrizione:

Acquaforte raffigurante imbarcazioni governate da due uomini.

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Titolo dell'opera:

Studi di trireme

Acquisizione:

Fabio Garelli 27/6/1927

Autore:

Meibomius, Marcus

Tipologia:

stampa

Epoca:

1671 - 1671 - XVII

Inventario:

2241

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 26,5; Larghezza: 32

Tecnica:

acquaforte

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Descrizione:

Gli studi degli Umanisti del Rinascimento confluirono in numerosi trattati di arte navale che videro la luce nel corso del ‘600 e ‘700. A partire dall’iconografia mitologica, si propongono soluzioni nautiche – soprattutto sull’ergonomia della voga – a volte fantasiose e di difficile applicazione. Acquaforte incollata su cartone raffigurane vari studi e sezioni di trireme.

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Titolo dell'opera:

Fregata sarda «San Michele»

Acquisizione:

Università di Genova - Ingegneria Navale Genova - Provenienza

Ambito culturale:

ambito genovese

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Fregata sarda «San Michele»

Tipologia:

modello

Epoca:

1801 - 1850 - XIX

Inventario:

3945

Misure:

Unità di misura: m; Altezza: 190; Larghezza: 1.24; Lunghezza: 1.90

Tecnica:

legno

Descrizione:

La fine delle guerre napoleoniche con il trattato di Vienna, coincise anche con la cancellazione della Repubblica Ligure e la sua annessione al Regno di Sardegna. Venne dato così ai Savoia uno strumento, quello marittimo e portuale, a cui la casa regnante mirava da secoli. Non stupisce, quindi, che uno tra i primi progetti che la dinastia piemontese promosse, fu quello di costruire una marina militare di notevoli dimensioni, al fine di perseguire una politica di potenza marittima. Questo compito venne agevolato dall’eredità napoleonica che, in particolare a Genova e nei Cantieri della Foce, avevano realizzato le infrastrutture e preparato un personale di costruttori navali capaci di progettare e costruire navi militari di grandi dimensioni. Un esempio è appunto la fregata San Michele, costruita nel 1840 su progetto dell’ingegnere Giacomo Biga. Divenuta obsoleta, a partire dal 1862 venne utilizzata come nave scuola fino al 1868, anno in cui fu trasferita a La Spezia, dove venne demolita nel 1875. Modello di scafo e attrezzatura velica completa. Da notare la presenza della plancia sopraelevata - o "palco di comando" come era definita all’epoca - posta subito davanti all’albero di mezzana.

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Titolo dell'opera:

Galea genovese

Acquisizione:

Università di Genova-Facoltà di Ingegneria Genova - Provenienza

Ambito culturale:

ambito italiano

Autore:

Arsenale della Repubblica

Tipologia:

modello

Epoca:

1750 - 1800 - XVIII

Inventario:

4520

Misure:

Unità di misura: m; Altezza: 0.7; Larghezza: 0.85; Lunghezza: 4.7

Tecnica:

legno verniciato

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Descrizione:

La Repubblica di Genova armò alcune galee adibite al pattugliamento della costa sino ai primi dell’800, quando oramai questo tipo di nave era anacronistico, soppiantato da più efficienti e armati vascelli. Il modello riproduce una di queste galee “tardive”.

Se l’impianto dei banchi di voga – il “telaro” - rimane sostanzialmente invariato, così come la rembata e lo sperone di prora, a mutare è la poppa. La tipica ruota è sostituita da un dritto su cui viene incardinato un timone che ha perso la caratteristica forma “a scimitarra” per quella diritta, comune a pinchi e brigantini.

La classica sovrastruttura del ponte detta carrozza – formata da centine arcuate rivestite di un telone che poteva scendere sino a pelo d’acqua – diventa solidale allo scafo, acquistando solidità nonché la possibilità di ospitare alcuni pezzi di artiglieria, come è dimostrato dai relativi portelli: estremo tentativo di rendere competitiva una nave sulla via del tramonto. Modello "prototipo" di grandi dimensioni, realizzato dalle maestranze dell'Arsenale o forse dalla scuola di carpenteria dei Padri Gesuiti.

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Titolo dell'opera:

A bordo di uno yacht. Incitamento al vincitore

Acquisizione:

Famiglia Croce Genova - donazione

Autore:

Padday, Charles Murray

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1890 - 1909 - XIX-XX

Inventario:

C51

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 51; Larghezza: 63

Tecnica:

gouache in b-n

Descrizione:

Dalla seconda metà dell'Ottocento i generici dipinti di marina lasciarono il passo ai “yacht portrait” che ritraggono barche ben precise, identificabili nelle forme, nelle velature e nei colori. Questi soggetti, realizzati dai grandi maestri britannici del dipinto di marina, appartengono a una tipologia pressoché introvabile in Italia e sono il frutto di una moda che nel corso dell’Ottocento spinse armatori e capitani dei velieri a commissionare a pittori professionisti ritratti delle proprie imbarcazioni.
Il dipinto fu esposto alla Royal Academy di Londra e appartenne al collezionista Beppe Croce: una parte della sua raccolta si può oggi ammirare al Galata Museo del Mare, in una sala che riproduce l'interno di uno yacht club inglese di fine ‘800, ispirato al mitico Royal Yacht Squadron, il più prestigioso club nautico del Regno Unito. Dipinto a gouache sui toni del bianco e nero raffigurante un gruppo di uomini a bordo di uno yacht, colti nell'atto di salutare le persone a bordo di due imbarcazioni che sfilano a sinistra sullo sfondo.

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