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Titolo dell'opera:

Modello Littorina FIAT II Serie Mod. 1938

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Modello Littorina FIAT II Serie Mod. 1938

Tipologia:

modellino

Epoca:

1938 - 1938 - XX

Inventario:

GX1993.203

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 32; Larghezza: 166; Profondità: 28

Tecnica:

alluminio- pittura

Descrizione:

Nel settore dei trasporti il primato tecnologico del regime fu incarnato negli anni Trenta dall’automotrice Littorina che, prodotta dalla FIAT dal 1933, rappresentò il frutto di un’impostazione progettuale radicalmente innovativa grazie alla sua elegante linea aerodinamica, determinata dalle funzioni stesse del mezzo. La cassa della vettura, non più sorretta da una struttura a telaio come nei vagoni ferroviari, ma integralmente portante, presentava infatti una forma sinuosa, dagli angoli arrotondati, e una finestratura continua che garantiva un’ampia visibilità esterna. Il successo della Littorina, così ribattezzata poiché la corsa ufficiale di prova si svolse nel 1932 sulla tratta Roma – Littoria, si accrebbe dopo il 1936 con l’avvento delle sanzioni internazionali e il conseguente blocco delle importazioni di carbone: l’elettrificazione e la trazione diesel divennero infatti sostegni fondamentali per l’economia italiana, costretta a una politica di autosufficienza e di produzione autarchica. Modello dell'automotrice Littorina FIAT II Serie Mod. 1938, realizzato in alluminio dipinto, pelle e legno.

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Titolo dell'opera:

Sedia modello S.5

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Sedia modello S.5

Tipologia:

sedia

Epoca:

1935 - 1936 - XX

Inventario:

GG2003.5.1

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 78; Larghezza: 40; Profondità: 47

Tecnica:

tubolare metallico e compensato

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Descrizione:

Il sodalizio tra l’architetto e pittore Gabriele Mucchi e l’industriale Emilio Pino rappresenta un caso esemplare nel contesto del nascente proto design italiano negli anni tra le due guerre. Mucchi progettò infatti per la ditta di mobili metallici di Parabiago una serie di sedute in tubo d’acciaio, creando modelli di successo, come la sedia impilabile S.5, utilizzati da diversi architetti per i loro progetti di interni. È questo il caso di Luigi Carlo Daneri che utilizzò alcuni modelli di sedie e poltroncine in tubolare metallico per gli arredi della sua Colonia montana Rinaldo Piaggio di Santo Stefano d’Aveto (1939). Sedia in tubolare metallico e compensato dalle linee semplici e geometriche.

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Titolo dell'opera:

Poltrona in cuoio intrecciato

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Poltrona in cuoio intrecciato

Tipologia:

poltrona

Epoca:

1936 - 1936 - XX

Inventario:

GG1999.3

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 83; Larghezza: 60; Profondità: 69

Tecnica:

tubolare metallico e strisce di cuoio intrecciate

Descrizione:

L’impostazione organicista che Vietti applicò al progetto delle poltroncine in legno multistrato lamellare curvato, realizzate per la Nuova Stazione Marittima di Genova, fu adattata dall’architetto lombardo anche un a successivo modello di poltrona, in cui la sagoma in metallo tubolare era accostata, secondo un’attitudine caratteristica del suo design dell’epoca, a un intreccio realizzato in materiale naturale come il cuoio. Poltrona con struttura tubolare metallica rivestita di strisce di cuoio intrecciate.

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Titolo dell'opera:

Ritratto del Maestro Salta

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Ritratto del Maestro Salta

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1937 - 1937 - XX

Inventario:

GX1993.469

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 149,5; Larghezza: 104

Tecnica:

olio su tavola

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Descrizione:

Dopo il diploma al conservatorio nel 1922, Menotti Salta (Perugia 1893 – Assisi 1972) si trasferì nel 1927 a New York, dove fu scritturato immediatamente dal Teatro Paramount e, qualche anno dopo, dal mitico Radio City Music Hall. In quel periodo compose numerosi lavori sinfonici che lo resero famoso negli Stati Uniti. L’orchestra sinfonica della National Broadcasting Company eseguì periodicamente varie sue composizioni ed esecuzioni di suoi lavori vennero effettuate anche in Europa. Contemporaneamente continuò l’attività di insegnante di canto e lanciò nel firmamento della lirica alcuni artisti di grande reputazione. Rimase negli Stati Uniti sino al 1963, anno del suo ritorno in Italia.
Sullo sfondo del dipinto compaiono, a sinistra, le verdi colline dell’Umbria, la regione natia di Salta e di Dottori, mentre a destra svettano i grattacieli di New York. Il musicista, in maglia nera e con posa virile, rappresenta il simbolo dell’italiano che si afferma con successo al di fuori dei confini nazionali. Il dipinto raffigura Menotti Salta, compositore, pianista, maestro di canto e direttore d’orchestra, grande amico del pittore Gerardo Dottori sin dall’infanzia.

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Titolo dell'opera:

Aeroritratto simultaneo di Italo Balbo

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Aeroritratto simultaneo di Italo Balbo (Trasfigurazione del pilota Italo Balbo)

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1940 - 1940 - XX

Inventario:

87.849.5.1

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 210; Larghezza: 157

Tecnica:

olio su tavola

Descrizione:

L’aeroritratto di Prampolini rappresenta la glorificazione postuma di Italo Balbo: fascista della prima ora, sottosegretario all’Economia nazionale (1925-1926), sottosegretario e poi ministro dell’aeronautica (1929-1933), “eroe dell’aria” come guida dei due voli transatlantici verso Rio de Janeiro (1930) e Chicago (1933), e infine dal 1934 governatore della Libia. Allo scoppio della guerra Balbo assunse il comando delle forze armate della Libia, ma morì prematuramente nel cielo di Tobruk, quando il suo aereo fu abbattuto per errore dalla contraerea italiana. Il dipinto fu esposto alla XXIII Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1942. Olio su tavola raffigurante Italo Balbo in veste di pilota, a bordo di un futuristico velivolo in fiamme.

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Poltrona per gli uffici Gualino di Torino

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Poltrona per gli uffici Gualino di Torino

Tipologia:

poltrona

Epoca:

1928 - 1928 - XX

Inventario:

GX1993.204

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 67; Larghezza: 53; Profondità: 48

Tecnica:

buxus

Descrizione:

L’edificio e gli arredi interni progettati a Torino, tra il 1928 e il 1929, da Giuseppe Pagano Pogatschnig e Gino Levi Montalcini per gli uffici SALPA dell’industriale e collezionista torinese Riccardo Gualino furono considerati all’epoca come “una delle prime realizzazioni in Italia dell’architettura così detta razionale”. Quest’opera, vero e proprio monumento alla moderna ideologia manageriale, rifletteva – nella sua radicale semplificazione linguistica, nella funzionale distribuzione degli spazi e nell’interazione tra architettura e arredi – un innovativo ed efficiente modello di organizzazione del lavoro. Realizzati dalla ditta torinese FIP, i mobili per gli uffici della Salpa presentavano un'ampia varietà tipologica, comprendente sessantasette modelli di tavoli, scrivanie, seggiole, poltrone, scaffali, ripiani, portatelefoni, cassettiere, schedari, banconi e classificatori. Il duttile ed elegante materiale che rivestiva tali arredi era il buxus, prodotto dalla metà degli anni Venti presso le cartiere piemontesi Giacomo Bosso e utilizzato la prima volta per l’impiallacciatura dei mobili presentati all’Esposizione di Torino del 1928, all’interno dell’appartamento d’impostazione razionalista del gruppo degli Architetti Novatori. La consacrazione di tale materiale fu offerta dal progetto di arredo degli uffici Gualino che, tuttavia, mise in evidenza anche la sua intrinseca contraddizione: nonostante la sua vocazione produttiva d’impianto industriale, il buxus doveva infatti regolarmente confrontarsi con un elaborato processo di messa in opera d’impronta artigianale. Poltroncina in stile razionalista impiallacciata in buxus.

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Sedie per l'ingresso della casa di Fiammetta Sarfatti

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Sedie per l'ingresso della casa di Fiammetta Sarfatti

Tipologia:

sedia

Epoca:

1933 - 1933 - XX

Inventario:

GD1993.5.1-6.1

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 90; Diametro: 44; Unità di misura: cm; Altezza: 90; Larghezza: 43; Profondità: 42,3

Tecnica:

legno di abete e compensato dipinti all'anilina

Descrizione:

Questa coppia di sedie faceva parte di un set di mobili disegnati dall’architetto Marcello Piacentini per la casa della figlia della critica d’arte Margherita Sarfatti, Fiammetta, in occasione del suo matrimonio con il conte Livio Gaetani. Questa rara realizzazione di un arredo privato da parte del celebre architetto del regime rivela, nella sua linea rigorosa, semplificata e priva di decorazioni, un’ispirazione vicina al gusto déco e alle soluzioni progettuali dei mobili futuristi. Due sedie rosso brillante realizzate in legno d'abete e compensato dipinti all'anilina, un composto chimico usato per la preparazione di numerosi coloranti.

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Titolo dell'opera:

Porta-vetrata

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Porta-vetrata

Tipologia:

porta

Epoca:

1937 - 1937 - XX

Inventario:

GX1993.67a-b

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 220; Larghezza: 204; Profondità: 5

Tecnica:

legno di rovere

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Descrizione:

La ditta Luigi Brusotti, con sede in via Solari a Milan, fu operante dalla metà dell’Ottocento nella lavorazione di vetri incisi, lampade e arredi in vetro e, dopo gli ingenti danni subiti durante la Seconda guerra mondiale, chiuse i battenti nel 1960. L’attività, tramandata dal fondatore Luigi al figlio Ambrogio, verteva soprattutto sulla creazione di pezzi unici, come nel caso di questa porta scorrevole, il cui decoro della vetrata fu disegnato nel 1937, in ricordo del suo viaggio di nozze in Africa, dalla committente stessa, Maria Rosa Mocchetti, per il salone della sua casa di Legnano, arredato in stile novecento con tavolini in vetro di produzione Brusotti. Porta vetrata con cornice in rovere e maniglie in metallo lavorato. Il vetro, su toni rosati, è decorato con figure stilizzate di animali africani e da sagome di alberi.

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Vendemmia mod. S/209

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Vendemmia mod. S/209

Tipologia:

centrotavola

Epoca:

1939 - 1939 - XX

Inventario:

GG2018.7

Misure:

Unità di misura: UNR

Tecnica:

argento

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Descrizione:

Gli argenti di Arrigo Finzi che riportano il marchio “Sant’Elia”, depositato il 16 ottobre 1933, pur partendo con una produzione ispirata ai progetti del futurista Antonio Sant’Elia, con cui l’argentiere milanese aveva fatto conoscenza nel 1909 e con il quale aveva stretto un rapporto d’amicizia e di collaborazione artistica, drammaticamente interrotto dalla prematura morte del giovane architetto sul fronte della Prima guerra mondiale, più che al linguaggio futurista si distinsero tuttavia, per l’essenzialità e la delicatezza delle loro forme, per l’evidente adesione alle istanze espressive del gusto déco, con tangenze sia con la contemporanea produzione lombarda, sia con le emergenti tendenze mitteleuropee. Centrotavola in argento a forma di coppa di vino. I manici lavorati a spirale terminano con un grappolo d'uva.

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Servizio Autarchia

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Servizio Autarchia

Tipologia:

servizio da thè

Epoca:

1940 - 1941 - XX

Inventario:

GG2018.11a-e

Misure:

Unità di misura: UNR

Tecnica:

metallo argentato

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Descrizione:

Uno degli aspetti più qualificanti del periodo autarchico fu rappresentato dalla produzione di nuovi materiali, specialmente nei settori dell’edilizia, dell’arredo e della moda. Tra i metalli si ricorda l’alpacca – lega di rame, zinco e nichel, nota come argento tedesco – utilizzata dalla filiale milanese della Krupp-Società Anonima Italiana Metalli per una serie di corredi per la tavola disegnati da Gio Ponti o il Metargent, marchio con cui agli inizi degli anni Trenta l’argentiere milanese Arrigo Finzi iniziò a siglare oggetti relativi al settore sportivo e con il quale contrassegnò anche il suo servizio Autarchia del 1940-1941. Il Metargent, metallo bianchissimo fortemente argentato e inalterabile all’incisione, già utilizzato per coppe sportive che nei titoli stessi richiamavano il repertorio linguistico e gli slogan della propaganda fascista, divenne dunque, nel pieno della campagna autarchica, un materiale idoneo al sostegno della politica di autosufficienza economica promossa dal regime. Servizio da thè in metallo composto da tazzina, teiera, lattiera e zuccheriera.

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