Casuario australiano

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Titolo dell'opera:

Casuari

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Casuari

Epoca:

1847 - 1847

Tecnica:

naturalizzati

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Descrizione:

In una vetrina di Sala 12 è esposta una notevole serie di Casuari. Questi uccelli non volatori abitano le foreste tropicali della Nuova Guinea, delle Molucche, di Timor e dell’Australia nord orientale. Sulla sommità della testa hanno un “casco” corneo, cavo, che si ritiene sia usato per amplificare i suoni a bassa frequenza utilizzati per comunicare nel fitto delle foreste, come carattere sessuale secondario e forse come protezione del cranio durante le corse nella fitta vegetazione. Sono alti tra 1,5 e 1,8 metri e possono pesare quasi 60 chilogrammi; la vita media è di circa 40 - 50 anni. Le loro zampe hanno tre dita, delle quali la più interna è fornita di un’unghia robusta e quasi diritta, simile ad un pugnale, che può essere lunga più di 12 centimetri. La potenza del calcio unita ad una tale “arma” fa sì che il casuario, se minacciato, possa arrivare a uccidere un uomo. Gli esemplari esposti sono stati raccolti tra il 1873 e il 1893 nelle Molucche (Indonesia) e in Nuova Guinea da Odoardo Beccari, Luigi Maria D’Albertis, Lamberto Loria e Antonie Augustus Bruijn, ricercatori che facevano capo al Museo di Genova e che in quel periodo esploravano l’Indonesia e la Papuasia. Sono presenti 11 esemplari in vari stadi di età, più alcune uova, e sono rappresentate tutte e tre le specie esistenti: Casuarius casuarius, Casuarius unappendiculatus e Casuarius bennetti.

Scheletro della balenottera comune

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Titolo dell'opera:

Balenottera comune

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Balenottera comune

Epoca:

1847 - 1847

Inventario:

31906

Provenienza (nazione):

Italia 1878

Tecnica:

Scheletro completo

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Descrizione:

Nel 2017, anno in cui il museo ha celebrato i 150 anni di vita, l’associazione Amici del Museo ha festeggiato i 90 anni dalla sua fondazione e per questa speciale ricorrenza ha voluto regalare l’allestimento di una sala del Museo: è stata quindi presentata la nuova Sala dei Cetacei con un’immersione in una sala tutta blu con modelli, scheletri, pannelli e uno spettacolare capodoglio che occupa un’intera parete. Il reperto più imponente è lo scheletro di Balenottera comune (Balaenoptera physalus), appeso al soffitto delle Sale 7 e 8. Il primo ottobre 1878 l’esemplare, già morto, fu avvistato in mare a qualche miglio al largo di Punta Mesco e poi trascinato presso la riva di Monterosso (in provincia di La Spezia); i pescatori locali estrassero dalla carcassa più di venti barili d’olio e durante la dissezione si scoprì trattarsi di una femmina gestante con un feto lungo 4,5 metri; le ossa ripulite (del peso totale di 3.000 kg) vennero montate nei locali del Museo Zoologico dell’Università di Genova; nel 1927 lo scheletro fu smontato e trasferito al Museo Civico di Storia Naturale dove nel 1932 fu rimontato nell’attuale collocazione. L’animale era lungo circa 22-23 metri con una circonferenza massima di 5 metri; lo scheletro misura quasi 20 metri in lunghezza.

Foto Arazzo di Alessandro Magno

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Manifattura francese del 1400

Tipologia:

Tessile

Tecnica e misure:

Arazzo, oro, argento, seta e lana, 40 m/q circa

 

Il Salone dei Giganti di Villa del Principe ospita due grandi arazzi raffiguranti le Storie di Alessandro Magno. Questi due panni sono considerati dagli esperti tra i più importanti arazzi del Quattrocento. Tessuti con filati d’oro, d’argento, di seta e di lana, furono realizzati intorno al 1460 a Tournai, nel Ducato di Borgogna. I due arazzi, grandi poco meno di quaranta metri quadrati ciascuno, raffigurano diversi episodi della biografia e della leggenda di Alessandro Magno, considerato all’epoca un modello di virtù politica e morale. Il primo arazzo descrive alcune scene della giovinezza dell’eroe. Il secondo arazzo mostra un analogo intreccio di elementi storici e fiabeschi e riflette la Borgogna del XV secolo nella foggia dei costumi, nella tipologia delle armi, nello stile degli edifici.

 

Musei di Genova Musei di Strada Nuova

Musei di Strada Nuova

Patrimonio dell'Umanità UNESCO

Nella straordinaria cornice di Via Garibaldi, la magnifica "Strada Nuova" rinascimentale e barocca tracciata a metà Cinquecento per ospitare le dimore della ricca e potente aristocrazia cittadina, un singolare percorso museale collega tre palazzi e costituisce il maggiore museo di arte antica in città.

Palazzo Rosso è una "casa-museo" dove rivive il fascino della dimora seicentesca che ancora ospita le ricche collezioni d'arte e gli arredi storici della famiglia Brignole-Sale in ambienti sontuosamente decorati da affreschi e stucchi.

Palazzo Bianco è la principale pinacoteca della Liguria, capace di offrire uno spaccato ricco e articolato della scuola pittorica ligure dal Cinquecento, con aperture di alto livello alle realtà fiamminga, spagnola e italiana. Il nuovo collegamento tra Palazzo Bianco e Palazzo Tursi attraversa il sito dove si ergeva la chiesa del distrutto convento di San Francesco di Castelletto, di cui si vedono i resti in un contesto suggestivo e assolutamente unico.

Palazzo Doria-Tursi, che oggi ospita anche il Municipio, nacque come la più grandiosa residenza privata costruita in città nel cosiddetto “Secolo dei Genovesi”. Qui si conclude il percorso dedicato alla pittura del XVIII secolo e il visitatore trova una ricca selezione di opere d'arte decorativa e applicata: arazzi, ceramiche genovesi, monete, pesi e misure ufficiali dell’antica Repubblica di Genova.
È qui che si conservano anche i violini storici di Nicolò Paganini, tra cui il celebre "Cannone Guarnieri".

Il percorso dei Musei di Strada Nuova, che consta di oltre settantacinque sale, si snoda su diversi livelli tra corti, loggiati, giardini e terrazze fino al "miradore" di Palazzo Rosso. È intervallato così da tanti panorami mozzafiato sulla città e sul centro storico.

Scopri a questo link le opere attualmente in prestito.

Mostre ed eventi

16 Marzo 2025

29 Giugno 2025

20 Giugno 2025

14 Dicembre 2025

19 Dicembre 2024

31 Dicembre 2025

Le 10 meraviglie

I Musei di Strada Nuova conservano dipinti, sculture e arti applicate dal Cinquecento all’Ottocento.
La strepitosa quadreria della famiglia Brignole-Sale, negli ambienti affrescati di Palazzo Rosso, e la ricca pinacoteca di Palazzo Bianco custodiscono capolavori di pittura veneta del Rinascimento, da Palma il Vecchio a Veronese, di pittura italiana di primo Seicento, da Caravaggio a Guido Reni e Guercino, oltre alla rassegna più completa in Liguria di pittura nordica di Cinque e Seicento e a un nucleo fondamentale di ritratti di Anton van Dyck.
L’allestimento è segnato dal magistrale intervento museografico dell’architetto Franco Albini di metà Novecento. 
Da non perdere, a Palazzo Tursi, una scultura di Antonio Canova e gli spazi dedicati ai cimeli e al violino di Nicolò Paganini: un Guarnieri del Gesù.

 

 

Museo Diocesano

Incastonato tra la Cattedrale di San Lorenzo e Palazzo Ducale, il Museo Diocesano è uno dei luoghi del cuore di Genova. In una strada secondaria rispetto ai percorsi consueti - via Tommaso Reggio - entrando nel Museo, si scoprono un edificio e opere d’arte inattese e sorprendenti: un chiostro medievale ricco di affreschi e costruito su un’antica domus romana e un patrimonio di dipinti e sculture, tessuti, codici miniati, argenti, reliquari, strumenti musicali e una iniziale sezione archeologica, per raccontare la storia artistica della città

L’edificio che ospita il museo presenta una struttura complessa e articolata, risultato dei numerosi interventi che si sono succeduti nel tempo: eretto come residenza dei Canonici della Cattedrale nella seconda metà del XII secolo, in un’area oggetto di insediamenti già in età romana, somma e lascia visibili interventi dei secoli successivi consegnandoci un manufatto architettonico estremamente interessante, di per sé motivo di visita.

ll percorso museale segue un ordinamento cronologico su quattro piani, intervallato da sale a tema, tra le quali, unica al mondo, quella dei Teli della Passione cinquecenteschi su tessuto jeans.

La collezione del Museo Diocesano è composta per lo più da opere provenienti da chiese della diocesi: solo una minima parte è pervenuto tramite donazioni o appartiene al Museo, che si incarica quindi della sua conservazione, tutela e valorizzazione.

Mostre ed eventi

Le 10 meraviglie

Nel ricco patrimonio del museo vi sono opere che non solo raccontano come sono state create, da chi e per quale fine - ossia i dati tradizionalmente legati alla lettura di un’opera d’arte - ma anche tali da farci scorgere il filo continuo che persiste tra il passato e il nostro presente. 

Una sala unica al mondo è quella che conserva i Teli della Passione, in comodato dal Ministero per i Beni e le attività culturali e per il Turismo: quattordici grandi teli di lino tinti con indaco e dipinti a biacca che costituivano un apparato effimero per la Settimana Santa e raffigurano scene della Passione di Cristo. Sono opera di artisti di diverse epoche, a partire da maestri cinquecenteschi che si ispirano alle incisioni di Dürer, e dunque considerati gli antesignani dell'utilizzo del tessuto jeans, che, come noto, viene utilizzato per la prima volta a Genova e alla città deve il suo stesso nome.

Palazzo Spinola

Patrimonio dell'Umanità UNESCO

Un palazzo situato nel cuore del centro storico cittadino inserito dalla fine del Cinquecento nel sistema dei Rolli. Palazzo Spinola, il cui percorso espositivo conduce il visitatore alla scoperta dei suoi lussuosi ambienti sei e settecenteschi, impreziositi da affreschi e arredi, tessuti e porcellane orientali, è un susseguirsi di spazi in cui è ancora esposta una quadreria storica tra le più rilevanti della città, la cui visione consente di immergersi in quell’atmosfera ricercata e preziosa che connotava il gusto della nobiltà della Superba.
Un itinerario arricchito dalla possibilità di scoprire ambienti inaspettati, come le cucine storiche ottocentesche o la piccola ma elegantissima Galleria degli Specchi.

I due piani nobili conservano lo straordinario patrimonio artistico stratificatosi di generazione in generazione grazie all'accurato mecenatismo messo in campo dai proprietari che, nel corso dei secoli, si sono susseguiti. Si ha così un prezioso esempio di modello abitativo aristocratico in cui predomina, al primo piano, l'aspetto seicentesco legato ai Grimaldi e ai Pallavicino, al secondo il segno forte del rinnovo settecentesco voluto da Maddalena Doria Spinola.

Gli ultimi due piani del palazzo ospitano la Galleria Nazionale della Liguria con dipinti, sculture, ceramiche, oggetti d’arredo che progressivamente incrementano con donazioni o acquisti dello Stato Italiano le ricche collezioni.

Per maggiori informazioni si rimanda al sito di Palazzo Spinola 

https://palazzospinola.cultura.gov.it/.

 

Le 10 meraviglie

Affreschi, stucchi, dipinti, sculture e preziosi arredi accompagnano la scoperta di una delle case-museo meglio conservate e più emblematiche in città.​

Alle opere collezionate dalle famiglie proprietarie e ancora eccezionalmente conservate nel palazzo a cui erano destinate in origine - come il Ritratto di Ansaldo Pallavicino di Van Dyck o le grandi tele del salone del secondo piano nobile di Giovanni Benedetto Castiglione e Luca Giordano, si aggiungono quelle che sono frutto di recenti acquisti dello Stato italiano: dall'Ecce Homo di Antonello da Messina al Ritratto di Gio. Carlo Doria di Rubens.

Museo di Palazzo Reale

Patrimonio dell'Umanità UNESCO

Il Palazzo Reale di Genova è uno dei più belli d'Italia.

La Reggia ha conservato intatti i suoi interni, completi di mobili e arredi originali e opere d'arte di primissima qualità.

Le collezioni della dimora-museo comprendono beni delle famiglie nobili che la hanno costruita e abitata, arredandola e rinnovandola nel corso dei secoli. Ai primi proprietari, i Balbi, si deve l’acquisizione di capolavori nel Seicento ancora presenti nei sontuosi ambienti del Gran Piano Nobile; ai Durazzo, mecenati illuminati che resero magnifico il palazzo nel Settecento, si devono molte trasformazioni; alla famiglia dei Savoia si deve l'ultima trasformazione in reggia, ancora oggi pienamente leggibile.

Come accade di rado, la dimora passata da una famiglia patrizia all'altra, superando guerre e trasformazioni epocali, riesce a far rivivere la storia di secoli. I grandi dipinti con capolavori di Veronese e Van Dyck, ma anche gli elementi di arredo con pregiati pezzi di ebanisteria, aiutano a ricostruire la vita degli antichi proprietari. 

Ma non solo: la visita, oggi come un tempo per chi intraprendeva il Grand Tour, è un viaggio anche nella storia della città e della sua ricchezza presentando alcune prove di come la si sia trasformata in bellezza: la Galleria degli Specchi racconta del gusto infallibile dei Genovesi, del loro cosmopolitismo, dei rapporti diretti e intensi con i mercati, le residenze e gli artisti del resto d'Europa.

Visitando gli interni - con le collezioni di sculture, le quadrerie, marmi e stoffe preziose, legni dorati e lampadari di cristallo - e degli esterni - il giardino pensile e terrazze - il visitatore rivive atmosfere grandiose o più intime e indimenticabili panorami sul porto. 

 

Mostre ed eventi

06 Marzo 2025

29 Giugno 2025

Le 10 meraviglie

Dipinti, sculture, arazzi e preziosi arredi tra mobili, porcellane e argenti, accompagnano la scoperta della magnificenza di uno dei palazzi più significativi ed emblematici della città.​ Tra i grandi nomi si segnalano, per i dipinti, quelli di Veronese, Tintoretto, Rubens, Van Dyck e Luca Giordano; per la scultura Filippo Parodi e Francesco Maria Schiaffino. 

Oltre alle opere, è degna di nota la decorazione degli ambienti: dalle volte affrescate dai maestri del barocco genovese da Valerio Castello a Giovanni Battista Carlone, al lusso del secolo successivo, dalla scenografica Galleria degli Specchi agli affreschi di Domenico Parodi.

Musei di Genova Museo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti

Museo dell'Accademia Ligustica di Belle Arti

In pieno centro cittadino, affacciato su piazza De Ferrari, lo storico edificio dell’Accademia Ligustica, fondata nel 1751, conserva anche il suo museo: una collezione di opere giunte per acquisto o donazione nel corso della storia bisecolare dell’istituzione.

Il patrimonio artistico dell’Accademia comprende dipinti, disegni, stampe, matrici calcografiche, calchi in gesso, sculture in bronzo e in marmo, elementi architettonici in pietra, bozzetti in gesso e terracotta, ceramiche, un fondo di fotografie e di lastre fotografiche, volumi d’arte, arredi storici e medaglie.

La collezione più importante è tuttavia costituita dalla pinacoteca, un'esemplare antologia che costituisce nel suo complesso una significativa testimonianza dell’arte in Liguria dal XIV al XXI secolo.

 

Le 10 meraviglie

La ricca collezione dell'Accademia Ligustica conserva preziosi “fondi oro” e capolavori dei grandi maestri della scuola genovese tra Cinque e Seicento, da Luca Cambiaso a Bernardo Strozzi e Domenico Piola, accanto a opere ottocentesche di Alfredo Luxoro, Ernesto Rayper, Alfredo D’Andrade, Serafino De Avendano, Antonio Varni.

Per il Novecento si segnalano le opere di Rubaldo Merello, Plinio Nomellini, Giuseppe Cominetti, Matteo Baroni.

Coppa Lombardia

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Pier Enrico Astorri "Coppa Lombardia"

 

Il senatore e presidente del Casteggio Foot Ball Club, Pierino Negrotto Cambiaso – un marchese che nel corso della sua vita, oltre a far parte dell’organigramma societario del Genoa, si distinse sia sui campi da tennis sia su quelli di battaglia in vari conflitti, tra cui la Prima guerra mondiale –, affidò allo scultore romano Pier Enrico Astorri la realizzazione di un mastodontico trofeo (48 chilogrammi di peso) denominato Coppa Lombardia. Ad aggiudicarselo definitivamente fu il Genoa, con la vittoria per 3-1 sull’Unione Sportiva Milanese del 24 settembre 1922.

 

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