Manfredino da Pistoia, affresco, "Cena in casa di Simone"

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Manfredino d'Alberto, detto Manfredino da Pistoia (Pistoia, notizie dal 1280 al 1293)

Tipologia:

Affresco

Tecnica e misure:

Affresco strappato e disposto su vetroresina, 226 x 205 cm

 

Firmato e datato 1292, questo affresco decorava l’abside della chiesa di San Michele, andata distrutta. Sono straordinarie la composizione e la coordinazione delle figure intorno al tavolo con gli elementi naturalistici dei piatti e del cibo sulla tavola. Da notare la prospettiva e i tre livelli: la città, i personaggi seduti a tavola e Maddalena ai piedi di Cristo. Da notare anche l’entusiasmo e la passione con cui Maddalena si getta ai piedi del Cristo adorandolo e lavandogli i piedi con balsami profumati.
Manfredino porta le novità della pittura nel modo in cui si stava evolvendo nel cantiere di Assisi, dal quale probabilmente il pittore si trasferì direttamente a Genova, dimorandovi poi almeno per 10 anni.

 

 

Gregorio De Ferrari, Transito di Santa Scolastica

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Gregorio De Ferrari (Genova, 1647-1726)

Tipologia:

Dipinto

Tecnica e misure:

Olio su tela

 

Questa grande pala d’altare fu dipinta da Gregorio De Ferrari nei primissimi anni del XVIII secolo perché fosse collocata nell’Abbazia di Santo Stefano. Scolastica, fondatrice delle Benedettine è colta durante il momento del suo trapasso: intorno a sé l’umanità di pochi poveri oggetti e in alto, la luminosa promessa di resurrezione per la sua anima portata in cielo dagli angeli. L’opera è considerata uno dei vertici della produzione dell’artista genovese, traduzione in pittura degli straordinari affreschi realizzati nei palazzi genovesi.

Anton Maria Maragliano, San Rocco e San Sebastiano

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Anton Maria Maragliano (Genova, 1664-1739)

Tipologia:

Scultura

Tecnica e misure:

Legno scolpito, dipinto e dorato

 

Le due statue ritenute a lungo disperse, sono state fortunosamente ritrovate durante la schedatura CEI della chiesa dei SS. Nicolò ed Erasmo di Voltri. Erano state commissionate il 14 febbraio 1726 allo scultore dai confratelli della Compagnia del Carmine per l’altare di S. Sebastiano pagando 110 lire allo scultore e ottanta lire a Gottardo Torre per la decorazione pittorica e la doratura. Esse sono un esempio, in dimensioni contenute, dell’abilità scultorea e scenografica del Maragliano.

Ciclo dei mesi

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Maestranze liguri, inizio XIII secolo

Tipologia:

Decorazione ad affresco

Tecnica e misure:

Affresco

 

Il ciclo è stato ritrovato in una delle stanze private dei Canonici: su una parete a losanghe azzurre e rosse corre un festone con alcuni mesi dell’anno (da gennaio a giugno) connotati dalle specifiche attività lavorative. L’importanza del ciclo risiede nella rarità del soggetto, totalmente a carattere profano con scene trattate con una resa sommaria e veloce. Il Ciclo dei Mesi può infatti essere collocato entro il primo quarto del XIII secolo, durante il grande cantiere della Cattedrale di San Lorenzo.

Luca Cambiaso "Ultima Cena"

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Luca Cambiaso (Moneglia, 1527 – San Lorenzo de El Escorial, 1585)

Tipologia:

Dipinto

Tecnica e misure:

Olio su tela, altezza 221 x 488 cm

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Il grande dipinto, del 1575 circa, raffigura un momento di grande tensione emotiva, tale da animare i gesti e i volti degli apostoli, sconcertati alle parole di Cristo che denuncia il futuro tradimento. In quest’opera, proveniente dal refettorio del convento di San Bartolomeo degli Armeni, Luca Cambiaso fa sua la lezione leonardesca dei moti dell’animo ma sperimenta anche una composizione animata da un ordine razionale e da una ricerca profonda di simmetria, evidente nella posizione di Cristo, asse della composizione. Luca Cambiaso si inserisce nella scena, sulla destra della vasta tela, colto mentre medita dolorosamente su quanto accadrà, di lì a poco, a Cristo.

 

Paliotto ricamato su disegno di Ottavio Semino

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Manifattura genovese del XVI secolo

Tipologia:

Tessile

Tecnica e misure:

Ricamo in raso e seta

 

L’opera, del 1564 circa, è uno dei pochi esempi di ricamo genovese cinquecentesco di cui si conosce la committenza e la storia. I Padri del Comune infatti ordinarono a Ottavio Semino sedici cartoni destinati ad ornare il baldacchino della processione del Corpus Domini per il quale venne inoltre richiesta una cassa alla quale realizzazione parteciparono Luca Cambiaso, Bernardo Castello, Perin del Vaga ed Ottavio Semino. Il prezioso ricamo, di cui rimangono le figure dei quattro Evangelisti, venne affidato a Francesco de Ursis che lo realizzò in raso dipinto, ricami in seta e ricami applicati per le cornici.

 Paliotto ricamato con la Deposizione di Cristo

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Manifattura genovese, Paliotto ricamato con la Deposizione di Cristo

Circa 1515.

Il paliotto (primi anni venti del Cinquecento) è un raffinato esempio dei manufatti serici ricamati tra XVI e XVII secolo, considerati simbolo di ricchezza e di status symbol. Proveniente dalla chiesa di San Benedetto al Porto era probabilmente un dono della famiglia Doria alla propria chiesa parrocchiale. Il prestigio del dono è testimoniano dalla tecnica di ricamo, in cui l’oro viene utilizzato nella scena principale con la Deposizione, oltre che nella fastosa decorazione a rilievo della cornice e nei diciotto monogrammi bernardiniani che, come tanti soli, incarnano il nome di Cristo.

Barnaba da Modena, Polittico di San Bartolomeo

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Barnaba Agocchiari, detto da Modena (Modena, circa 1328 - circa 1386)

Tipologia:

Dipinto

Tecnica e misure:

Tempera su tavola, 257 x 217 cm

 

Il polittico di San Bartolomeo (1377 circa) è una delle opere più importanti tra quelle dipinte da Barnaba da Modena durante il suo lungo soggiorno genovese (1360-1383 circa). Nello scomparto centrale è raffigurato San Bartolomeo, l’Apostolo delle Indie (in realtà la sua predicazione si svolse in Armenia, Etiopia o Arabia meridionale) e riconoscibile dal coltello, simbolo di uno dei suoi supplizi. Ai lati sono disposte otto storie tratte dalla Vita del Santo, all’interno della Legenda aurea di Iacopo da Varagine. L’opera proviene dall’Abbazia di San Bartolomeo del Fossato, tra Genova e Sampierdarena.

 

 

Monumento funebre del cardinale Luca Fieschi

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Monumento funebre del cardinale Luca Fieschi

Tipologia:

Scultura

Tecnica e misure:

Marmo bianco scolpito

 

Alla sua morte, nel 1336, il cardinale Luca Fieschi - esponente di punta della grande famiglia guelfa genovese - affidò al testamento la sua volontà di essere sepolto nella Cattedrale di San Lorenzo. Su sua volontà venne realizzato un grandioso sepolcro che doveva per suggellare il suo ruolo di Principe della Chiesa e capo della casata dei Fieschi. Demolito all’inizio del Seicento, parte dei frammenti sono stati ricomposti nel Museo Diocesano. Si tratta di un grandioso complesso funebre realizzato da scultori pisani e simbolo dell’alta qualità della scultura trecentesca ligure.

 

 

 

Pettine fermacapelli in osso

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

VI-VII secolo d.C.

Tipologia:

Oggettistica

Tecnica e misure:

Osso, 4,7 x 11,1 x 1 cm

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Il pettine fermacapelli, proveniente dal corredo di una tomba ritrovata durante gli scavi del Chiostro, è realizzato in osso e presenta un'unica fila di denti; nella parte meglio conservata si trova un motivo decorativo ad ala, su entrambi i lati, con linee intagliate. Da alcuni raffronti con altri oggetti simili, e per l'essenzialità del decoro, si ritiene che questo pettine possa risalire al VI-VII secolo d.C.

 

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