Testine di Cerere e Apollo da Libarna

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Teste di Cerere e Apollo

Tipologia:

Scultura

Tecnica e misure:

Marmo

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Descrizione:

Queste due piccole teste di Cerere e Apollo decoravano il teatro di Libarna, costruito nel 1° secolo d.C.

Cerere ha il volto ovale, leggermente asimmetrico a destra, gli occhi sono grandi con palpebre carnose, il naso ha profilo netto e la bocca è dischiusa. I capelli sono pettinati con la riga centrale e formano onde che ricadono lungo il collo. Sopra la testa c’è una corona doppia con spighe di grano, simbolo di Cerere, dea dell’agricoltura.

Anche Apollo ha il volto ovale leggermente asimmetrico, senza barba con occhi grandi e bocca piccola dischiusa. I capelli sono folti con lunghe ciocche laterali e sormontati da una corona a quattro punte incompleta.  

Le due teste hanno dimensioni e caratteristiche simili e furono realizzate dalla stessa bottega intorno al 140 d.C..

Livia

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Livia

Tipologia:

Scultura

Tecnica e misure:

Marmo lunense, h. cm 31

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Descrizione:

Questo ritratto imperiale proviene dalla città romana di Luni (SP) ed è tradizionalmente attribuito a Livia, la moglie di Augusto.

Il volto in marmo bianco, fortemente idealizzato e leggermente voltato a destra, è triangolare, allargato alle tempie e sormontato da una pettinatura a scriminatura centrale con il diadema e la benda di lana bianca, segni di dignità sacerdotale e potere.

L'attribuzione a Livia si basa proprio sulla presenza di diadema e benda di lana, riservati a sacerdoti e imperatori: Livia infatti, ottenne il titolo di Augusta e di sacerdotessa del Divo Augusto nel 14 d.C. 

Le fonti storiche raccontano che Livia andò in sposa al futuro primo imperatore di Roma a 18 anni, con un matrimonio e due figli alle spalle. Ebbe un ruolo importante nella vita politica di Augusto anche se alcuni autori antichi la accusano di aver ucciso tutti i discendenti e Augusto stesso.

Altri studiosi attribuiscono invece il ritratto ad Antonia Minor, nonna di Caligola, altra figura della famiglia Giulio-claudia. Secondo questa ipotesi sarebbe stato realizzato tra il 37 e il 39 d.C. quando, come Augusta, le furono tributati particolari onori dal nipote Caligola.

Anfore romane dal Mar Ligure

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Anfore romane dal Mar Ligure

Tipologia:

Manufatti

Tecnica e misure:

Terracotta

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Descrizione:

Queste anfore romane in terracotta datate 2°-1° secolo a.C., sono  state ritrovate nei fondali lungo la costa ligure. Le anfore potevano contenere olio, vino, frutta, salse, miele e venivano stivate nel fondo delle navi. Avevano tappi di sughero o in ceramica  e potevano riportare sulla superficie scritte o marchi di produzione. L’anfora è il contenitore da trasporto tipico del mondo antico e può avere forma affusolata o globulare con due grandi manici e il fondo appuntito. Nel mare di Pegli, di fronte al Museo, fu scoperto nel 1952 il relitto della Pria Pulla che comprendeva anfore e piatti ritrovati ancora impilati così come sono esposti  in Museo.

Poltrona per la Stazione Marittima Andrea Doria

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Titolo dell'opera:

Poltrona per la stazione marittima Andrea Doria

Acquisizione:

Autorità Portuale di Genova 1998 Genova

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Luigi Vietti (Novara, 1903 - Milano, 1998)

Tipologia:

poltrona

Epoca:

1932 - 1933 - XX

Inventario:

GG1998.1

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 72; Larghezza: 60; Profondità: 66

Tecnica e misure:

Noce lamellare curvato, 72 x 60 x 66 cm

Ultimi prestiti:

Quinta Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali moderne - Milano, Palazzo dell’Arte - 6 maggio 1933

Descrizione:

Vietti presentò alla V Triennale di Milano del 1933 il modello di poltroncina da lui realizzato e già utilizzato nell’arredo della stazione marittima Andrea Doria di Genova, operativa da alcuni mesi ma inaugurata ufficialmente il 28 ottobre 1933. Realizzata in legno multistrato lamellare curvato, la sedia è ispirata alle celebri sedute a sbalzo in legno di betulla e compensato che l’architetto finlandese Alvar Aalto aveva ideato a partire dal 1929 e che furono esposte nella sezione finlandese alla successiva Triennale, nel 1936.
Tali poltroncine convivevano con mobili d’impianto razionalista nella sala di soggiorno dell’appartamento per una famiglia, posizionato al quinto piano, dell’Abitazione tipica a struttura d’acciaio, presentata dal gruppo degli architetti liguri guidato da Luigi Vietti e Luigi Carlo Daneri e di cui facevano parte anche Fineschi, Zappa, Morozzo della Rocca, Vicoli, Crosa di Vergagni e Haupt.
La forma semplice e funzionale e la scelta del materiale rendevano il design di questa poltrona perfetto per la produzione industriale in serie. Questa attenzione ai nuovi processi produttivi contraddistingueva la complessiva proposta di Vietti, come non mancò di sottolineare Luigi Carlo Daneri: “L’arredamento è interessante per la presenza di numerosi mobili scomponibili e sovrapponibili, da disporsi secondo le necessità e la volontà dell’inquilino; gli armadi sono tutti di un unico tipo per produzione standardizzata e si possono tanto accostare che sovrapporre”. Poltroncina in legno di noce di ideazione razionalista.

Tomba di Roccatagliata

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Tomba di Roccatagliata (Ge)

Tipologia:

Corredo di sepoltura a incinerazione

Tecnica e misure:

Terracotta, bronzo, ferro

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Descrizione:

Il corredo di questa tomba, che doveva trovarsi dentro una cassetta di lastre di pietra, è composto dall'urna in terracotta che conteneva le ceneri del defunto, coperta da una ciotola, da un bicchiere, da una spilla in bronzo (fibula) e dai resti di una spada in ferro ad un solo tagliente.

La tomba, datata al 5° secolo a.C., era di un maschio adulto, come indica la presenza delle armi che, secondo il costume caratteristico delle tombe liguri dell'età del Ferro, connotano il defunto come guerriero. Gli oggetti di corredo sono quelli tipici delle tribù liguri dell'entroterra con influenze dall'area padana.

Ritratto aereo di Mario Carli

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Titolo dell'opera:

Ritratto aereo di Mario Carli

Acquisizione:

Mitchell Wolfson Jr. 2007 Genova

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Gerardo Dottori (Perugia, 1884 circa - 1977)

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1931 - 1931 - XX

Inventario:

GX1993.462

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 159; Larghezza: 129.5

Tecnica e misure:

Olio su tela, 159 x 129,5 cm

Descrizione:

Quando, nel 1931, Dottori dipinse il Ritratto aereo di Mario Carli intitolandolo anche "Un italiano di Mussolini", lo scrittore e attivista futurista era ormai diventato un personaggio ufficiale del regime – di lì a poco venne nominato console prima a Porto Alegre in Brasile e poi a Salonicco – ma il suo percorso esistenziale e artistico era stato assai accidentato, in grado di rivelare le molte contraddizioni insite nell’evoluzione storica del fascismo. Dopo aver debuttato a Firenze, prima della guerra, come autore di romanzi sperimentali, quasi pre-surrealisti, Carli fu uno degli esponenti di spicco dell’arditismo, fenomeno tipico dell’originario movimentismo fascista, che proponeva la figura di un “uomo nuovo” insofferente a ogni regola e convenzione, violento e anarchico, radicale e provocatore, audace e spregiudicato, un uomo, insomma, con “cuore da dinamo, polmoni pneumatici, fegato da leopardo”. Animato da questi ideali, Carli si arruolò volontario nel 1917, venne ferito e decorato; andò con D’Annunzio a Fiume e lì lanciò “La Testa di Ferro”, l’organo di stampa dei legionari fiumani; venne più volte processato e arrestato; per aprire la strada alla rivoluzione, si mostrò disponibile ad accogliere esperienze e modelli anche socialisti e comunisti, tanto da suscitare i sospetti di Marinetti e Mussolini. A seguito della crisi dell’arditismo e dopo la marcia su Roma, fondò la rivista “L’Impero” allo scopo di aggregare le forze più innovatrici del futurismo e delineare una nuova cultura adeguata alle prospettive del fascismo, finché Mussolini, ormai consolidatosi al potere e epurato l’iniziale spirito sovversivo del movimento, lo imbrigliò nell’ufficialità per renderlo inoffensivo.

Ciotola dalla Tomba 110

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Ciotola ligure dalla Tomba 110 Necropoli di Genova

Tipologia:

Corredo di sepoltura a incinerazione dentro pozzetto

Tecnica e misure:

Terracotta

Descrizione:

Piccola ciotola con piede sagomato e carena realizzata dalle popolazioni liguri con argille locali e lavorata a mano senza l’uso del tornio. La parte centrale della ciotola  è decorata con motivi incisi a tacche che formano zig-zag su doppia fila, delimitata orizzontalmente da una linea e da tratti incisi. Questa decorazione è tipica della cultura ligure della seconda età del Ferro. La ciotola probabilmente faceva parte di un corredo funerario di un abitante di origine ligure e conteneva offerte per il defunto. Si inquadra nel 4°-3° secolo a.C.

Tomba guerriero di Pietra Ligure

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Tomba di guerriero da Pietra Ligure (Sv)

Tipologia:

Corredo di sepoltura

Tecnica e misure:

Manufatti in ferro

Descrizione:

Una grande lancia con punta fogliata, numerose altre lance o  giavellotti, due coltelli ed una corta spada in ferro detta “ad antenne” accompagnavano la sepoltura, forse ad incinerazione, di un guerriero ligure di alto rango vissuto circa 2600 anni fa. Armi preziose ed importanti, alcune scambiate con popoli lontani, come la grande lancia o la spada simili ad altre scoperte in ricche tombe della  Lombardia e della Svizzera.

Secondo il ricordo degli operai che in una cava scoprirono la tomba, vi era anche un carro da guerra o da caccia -  non più grande di una biga romana – quasi certamente un lusso, uno status symbol dell’epoca. La sepoltura è datata tra il 650 e il 600 a.C.

Disegno Mago Meraviglie

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Disegno del Mago della Valle delle Meraviglie

Tipologia:

Disegno a calco

Tecnica e misure:

Carta su cartone

Descrizione:

Questo disegno fu realizzato dallo studioso Clarence Bicknell alla fine dell''800 ricalcando una incisione della Valle delle Meraviglie, sulle Alpi Marittime. Il Mago è una delle più famose ed enigmatiche fra le incisioni rupestri della Valle: risale all’età del Rame (3° millennio a.C.) ed è composta dalla sovrapposizione di una testa di bovino trasformata in volto umano con occhi, naso e fila di denti, cui sono state aggiunte due mani e due pugnali.

A proposito della fila di denti che si intravede sotto il naso, Clarence Bicknell, il naturalista inglese che per primo studiò queste incisioni e realizzò questo “calco”, così scriveva nel 1912: “vi sono 7 denti nella bocca pochi, ma io ne ho meno!”.

Sepoltura neolitica

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Sepoltura neolitica

Tipologia:

Sepoltura

Tecnica e misure:

Ossa umane, lastre di pietra

Questa donna neolitica è vissuta alla Caverna delle Arene Candide, nel Finalese, circa 6500 anni fa. Ha il corpo in posizione rannicchiata sul fianco sinistro con le mani verso il viso. Intorno vi sono lastre di pietra che delimitavano la sepoltura. Gli oggetti sono scarsi, infatti è presente un punteruolo in osso. La corporatura degli agricoltori e allevatori di quell’epoca in Liguria è robusta e si riscontra la presenza frequente di carie e problemi dovuti al consumo dei cereali e alla vicinanza con gli animali domestici. 

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