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Domenico Parodi (Genova, 1668-1740)
disegno
Matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato, carta bianca.
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Domenico Parodi (Genova, 1668-1740)
disegno
Matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato, carta bianca.
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Domenico Parodi (Genova, 1668-1740)
disegno
Matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato, carta cerulea.
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Domenico Parodi (Genova, 1668-1740)
disegno
Penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato, carta bianca.
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Paolo Gerolamo Piola (Genova, 1666-1724)
disegno
Matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquerellato, biacca; carta grigia.
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Paolo Gerolamo Piola (Genova, 1666-1724)
disegno
Matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquerellato, biacca; carta grigia controfondata.
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Domenico Piola (Genova, 1627-1703)
disegno
Matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato, carta bianca.
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Progetto per la decorazione di parete di un mezzanino
Giovanni Battista Villa
De Ferrari, Gregorio
disegno
XVIII - 1705 - 1710
D 3492
Unità di misura: mm; Altezza: 292; Larghezza: 437
penna e inchiostro
Tra i fogli più scenografici e più personali di Gregorio De Ferrari vi sono certamente i suoi raffinati progetti per decorazione di interni, di cui il disegno in esame è modello esemplare: si tratta di studi preparatori per l’impaginazione e l’arredo di pareti e, talora, di porzioni di volte di ambienti nobiliari, di cui l’artista studia sulla carta partiture architettoniche, ornati in stucco, forma e disposizione delle quadrature per specchi e dipinti. In un’ottica pienamente barocca, Gregorio immagina ogni dettaglio di queste spettacolari ‘quinte’, compresi elementi di arredo e di decorazione da tradursi poi in materiali diversi e da altre mani: non solo pittura, dunque, ma anche stucco, legno intagliato e dorato, vetro. Il repertorio decorativo è quello tardo seicentesco, ma con una sensibilità e grazia che anticipa già il secolo successivo, con abbondanza di volute, riccioli, cartouches e girali fitomorfi, disposti sulla carta in soluzioni simmetriche, come in questo caso, o in proposte alternative da sottoporre al committente, come nel caso del bellissimo foglio, ancora delle collezioni civiche genovesi, con Progetto per la decorazione di sala e volta con scena mitologica (Caduta di Icaro?) (inv. D2159), assai rifinito e forse pensato come modello da tenere in bottega per ottenere possibili nuove richieste. Del disegno in esame conosciamo nel dettaglio occasione di committenza, destinazione e realizzazione finale, pur in forme non totalmente coerenti a quelle del modello su carta: nel foglio si riconosce infatti un’idea progettuale piuttosto avanzata per una delle sale dell’appartamento di Anton Giulio II Brignole Sale nel mezzanino di Palazzo Rosso, e precisamente per il primo dei tre ambienti riconducibili all’intervento decorativo del primo decennio del Settecento. Di questa fase di lavori nelle «Mezzarie» si conservano anche la sala da pranzo, detta «della grotta», e la camera da letto, affrescate e arredate sotto la regia di Domenico Parodi e ancora di Gregorio De Ferrari. Tutti i lavori dovettero concludersi entro il 1710, anno della morte del Brignole-Sale, le cui cifre sono dipinte, entro medaglioni, sulle porte di tutto l’appartamento, all’interno di un complesso e assai precoce decoro chinoiserie molto diverso da quello a girali fitomorfi abbozzato sulle porte del disegno di Gregorio. (Priarione, in Musei Superbi, 2022) Progetto per la decorazione di parete di un mezzanino.
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Ritratto virile e ritratto femminile
Leoni, Ottavio
disegno
XVII - 1623 - 1625
D2412
Unità di misura: mm; Altezza: 219; Larghezza: 148
pietra nera
Il fondo di ritratti su carta cerulea di Ottavio Leoni (Roma 1578-1630) conservato nelle collezioni civiche genovesi conta ben 50 fogli ed è certamente di grande rilievo per qualità e per varietà cronologica: si tratta, infatti, di disegni di alto livello esecutivo, la cui realizzazione si può scalare nell’arco di tutta la carriera di ritrattista del maestro. Assai vario è anche il ventaglio di personaggi che i ritratti documentano: un vivissimo spaccato della società romana di inizio Seicento. La ricerca storico-artistica e le scritte sui fogli (alcune autografe, altre collezionistiche, talora sbiadite e tagliate) hanno permesso in alcuni casi di dare un nome alle figure "fotografate" da Leoni: è il caso, tra i nobili, del Marchese Paris Pinelli (D2414), di Vincenzo Gonzaga, Duca di Mantova (D2440), o ancora di Alessandro VII Sforza (1572-1631) Duca di Segni (inv. D2422), figlio di Federico II Sforza e Beatrice Orsini; o tra i prelati, del giovane Monsignor Gerolamo Grimaldi (1597-1685), il futuro cardinale di Trinità dei Monti (inv. D2434). Un elegante passepartout di carta azzurra con profilo dorato caratterizza tutto il fondo, che ha un’interessante storia collezionistica: alcuni dei fogli, infatti, legati alla città nel 1848 dal nobile Marcello Durazzo, recano la scritta “Ulisse Aldrovandi 1799”, indicazione di una precedente provenienza dalle raccolte del conte Ulisse (1769-1826) della famiglia Aldrovandi Marescotti di Bologna, mecenate, accademico, dilettante di pittura, collezionista di grafica e libri d’arte (Priarone 2021). Ritratto virile e ritratto femminile.
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Gregorio De Ferrari (Genova, 1647-1726)
disegno
Matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquerellato, biacca, carta marroncina.
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Domenico Piola (Genova, 1627-1703)
disegno
Matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquarellato, carta bianca.
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