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Secolo XVII
Manoscritto
Pergamena
Il re di Spagna Filippo II vende ai fratelli Gio Francesco e Gio Batta Brignole una rendita annua perpetua di 720.244 maravedis “de juro” (1612).
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Secolo XVII
Manoscritto
Pergamena
Il re di Spagna Filippo II vende ai fratelli Gio Francesco e Gio Batta Brignole una rendita annua perpetua di 720.244 maravedis “de juro” (1612).
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Scuola italiana, XIII-XIV secolo
Miniatura
Pergamena
Questa preziosa Bibbia in pergamena proviene dal fondo manoscritti appartenuti alla famiglia Brignole Sale. La raccolta comprende 384 manoscritti provenienti dalla Biblioteca Brignole Sale, denominazione voluta da Maria Brignole - Sale De Ferrari, - meglio conosciuta come la Duchessa di Galliera - , che nel 1874 la donò al Comune di Genova, unitamente al Palazzo Brignole Sale (detto Palazzo Rosso).
La parte più consistente della biblioteca è conservata nella Biblioteca Berio – sezione di Conservazione. I 384 manoscritti conservati all’Archivio Storico del Comune, unitamente agli archivi della famiglia Brignole Sale e De Ferrari, comprendono prevalentemente opere di carattere storico.
Degna di una menzione particolare è la Bibbia miniata, codice in pergamena attribuibile ad un copista di scuola italiana, databile tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento. La particolarità di questa Bibbia consiste nel fatto di avere una decorazione assai ricca quantitativamente: 2.029 lettere rubricate e 1.118 lettere filigranate, centinaia di lettere miniate e decorate, medaglioni con storie della Genesi e altre scene bibliche. Dell’ingresso di questo codice nella raccolta Brignole Sale non si hanno date certe, come pure circa luogo e data di esecuzione, ma sappiamo che è citato per la prima volta come Biblia Sacra manuscritta in cartapecora in tomi I nell’indice dei libri appartenuti a Gio Francesco Brignole Sale (1695-1760).
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Libro di Conti del Magistrato dell’Abbondanza
Manoscritto
Cuoio con impressioni a secco
Legatura “à rabat” in cuoio con impressioni a secco.
Nel libro mastro o cartulario cartulare venivano registrati gli approvvigionamenti di grano e cereali. L'ufficio dell'Abbondanza fu istituito nel 1564 in sostituzione dell’Ufficium Victualium, allo scopo di assicurare adeguate scorta per la città .
La legatura - detta "à rabat" - è in cuoio con impressioni a secco rappresenta è stata utilizzata per rilegare tutti i libri mastri delle Magistrature cittadine che si occupavano di approvvigionamento alimentare.
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Leges constitutiones atque decreta
Manoscritto
L’immagine si riferisce alla pagina del manoscritto del Magistrato dei Censori Leges constitutiones atque decreta, contenente le disposizioni relative alla vendita al minuto di frutta, verdura e latticini.
La data di istituzione dei Censori è sconosciuta, sebbene un riferimento a questo ufficio fosse già contenuto nelle leggi di riforma del 1363, emanate sotto il dogato di Gabriele Adorno.
Il Magistrato disciplinava il commercio al minuto e all'ingrosso sia di generi alimentari, sia di altre categorie merceologiche, con ampi poteri di controllo su qualità, quantità, prezzi. Interveniva anche in materia di "pesi e misure", legalizzando le unità di misura, conservandone i prototipi ed esercitando il controllo affinché non venissero alterate.
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Padri del Comune, XV secolo
Manoscritto
Rilegatura XVIII secolo in pelle con impressioni a secco, membrana, 330 x 240 mm, cc 154
A carta 1 verso stemma di Genova fra due angeli (a colori). Aggiunte posteriori di mano diverse fino al 1676.
Il magistrato dei Padri del Comune ebbe origine nel XIII secolo con il nome di Salvatores Portus et Moduli, con il compito di provvedere a gestione, manutenzione e sviluppo del porto. Ai Padri del Comune il Governo delegava particolari settori d'intervento, con proprio bilancio e poteri giurisdizionali estesi, in alcuni casi, fino alla pena capitale. La denominazione di Padri del Comune comparirà nei documenti a partire dal XV secolo.
I Padri del Comune avevano competenze paragonabili a quelle di una moderna amministrazione comunale, per la varietà e la vastità degli ambiti controllati, tra i quali strade, piazze, acquedotto, pulizia, raccolta e smaltimento rifiuti.
La documentazione d’archivio dei Padri del Comune conservata presso l’Archivio storico del Comune copre un arco temporale che va dal 1412 al 1797. Ammonta a 1249 unità tra libri di conti e filze di documenti. La serie dei libri contabili (cartulari e manuali) copre gli anni dal 1412 alla fine della caduta della Repubblica aristocratica.
Per il periodo più antico (1340-1406) la documentazione contabile è conservata presso l’Archivio di Stato di Genova, fondo Antico Comune.
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Falchi pellegrini
Da sempre generazioni di falchi pellegrini presidiano il faro. Sono soprannominati “Zena”, dal nome della città, e “Cris”, diminutivo di Cristoforo.
I due falchi, ogni anno, hanno almeno due piccoli (3 nel 2015), e sono seguiti dalla Lipu. In caso di necessità di soccorso, soprattutto dei piccoli, quando imparano a volare, l’Enpa interviene prontamente con i suoi volontari.
Rapidissimo, soprattutto in picchiata, il falco pellegrino è considerato l’animale più veloce in natura. Nei secoli gli uomini lo hanno adorato, temuto e purtroppo molto spesso anche sfruttato e perseguitato.
Il falco pellegrino (Falco peregrinus) prende il nome dal piumaggio sul capo, che ricorda un copricapo scuro molto simile ai cappucci che, nel Medioevo, indossavano i pellegrini mentre compivano lunghissimi e impervi viaggi lungo le vie della devozione in tutta Europa. Questa specie può essere trovata ovunque nel mondo, fatta eccezione per le regioni polari e le altitudini troppo elevate. Di dimensioni non notevolissime (la sua apertura alare non supera di solito i 110 centimetri), è comunque un grande predatore, arrivando a cibarsi di anche di uccelli di medie dimensioni come i piccioni.
A ciò contribuisce la sua straordinaria abilità di volo. Il falco pellegrino può infatti raggiungere i 320 chilometri orari, superando in velocità una macchina sportiva e staccando persino il ghepardo africano.
I falchi pellegrini sono animali tendenzialmente fedeli. Infatti, solitamente cercano un nuovo compagno solo dopo la morte del precedente.
I falchi femmina, di dimensioni molto più grandi rispetto ai maschi, depongono dalle 2 alle 4 uova. Piuttosto intolleranti ai rumori dell’uomo, di solito nidificano su rocce scoscese o in nidi abbandonati di altri rapaci. Ma oggi non è raro trovarli in città, su campanili o palazzi molto alti.
(Fonte e foto da LIPU)
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Targhe in marmo
A seguito dei ripetuti danni causati dai fulmini e dagli avvenimenti bellici nel 1771, la torre fu incatenata a mezzo di chiavarde e di tiranti che ancora oggi sono visibili all’interno. Nello stesso periodo furono installate le targhe in marmo con le preghiere contro i fulmini.
Nel 1778 la Lanterna fu dotata di impianto parafulmine, realizzato dal fisico Padre Glicerio Sanxais; nel 1791 furono effettuati lavori di consolidamento alla base della prima torre, per renderla più stabile.
Le targhe furono posizionate a protezione del faro sui suoi quattro lati, sopra la prima terrazza panoramica, e sono visibili ai visitatori.
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Terrazza panoramica
Dopo aver salito i 172 scalini nell’antica torre, una splendida vista panoramica si apre agli occhi del visitatore che, grazie alle informazioni ricevute nel precedente percorso, può leggere il paesaggio che si mostra ai suoi occhi nei diversi livelli che lo compongono.
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Sale dei cannoni
Ambiente
Nel Museo della Lanterna di Genova, nelle ex sale dei cannoni, oggi dedicate a raccontare i fari e il loro funzionamento, sono custoditi alcuni oggetti e cimeli meccanici frutto dell’ingegno dell’uomo nel trovare, secondo le tecnologie disponibili nel tempo, metodi efficaci per garantire la luce e funzionamento dei segnali marittimi dedicati alla navigazione, come fari, fanali, boe e mede. Gli oggetti sono accompagnati da video illustrativi con la descrizione del loro funzionamento, a cura dell’allora (2004) Capotecnico del Marifari di La Spezia Bruno Cacciaveleni.
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Galleria Ghibellina
Ambiente
La "Galleria Ghibellina" è un lungo corridoio che il progetto di allestimento prevede di dividere in due ambienti (enfatizzando la differenza di altezza e quindi percezione degli spazi).
La sala 5 racconta la Lanterna nell’Ottocento e il suo rapporto con il paesaggio genovese attraverso riproduzioni di opere particolarmente significative, come un celebre acquerello di Henry Parke - una veduta a 360 gradi del panorama dal faro - e modelli in scala della Lanterna e del suo contesto.
La sala 6, denominata “Sala dei Forti”, spiega il ruolo della Lanterna come elemento principale delle fortificazioni della città, attraverso la gigantografia di una acquaforte di metà Settecento e riproduzioni di mappe e schemi che evidenziano e distinguono le diverse cerchia di mura genovesi nei diversi periodi storici della città.
Sede:
Comune di Genova - Palazzo Tursi
Via Garibaldi 9 - 16124 Genova
C.F. / P.iva 00856930102