Pagine d’amore o la lettura (1907)

Pagine d’amore o la lettura (1907)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Ettore Tito (Castellammare di Stabia, 1859 - Venezia, 1941)

Tecnica e misure:

Olio su tavola, 73 x 60 cm

 

Quando il dipinto fu esposto alla Biennale veneziana del 1909, il successo della tela fu tale che lo scultore Domenico Trentacoste avanzò la proposta di acquistarlo "per la Galleria" (d’arte moderna di Firenze o di Venezia?) come risulta da un telegramma inviato per l’occasione da Antonio Fradeletto al proprietario del dipinto.
Oggi conosciuto come "Pagine d’amore", firmato e datato 1907, è invece indicato come "Lettera d’amore" in una lista di quindici opere di Tito con relativi prezzi in possesso del gallerista F. Stefani: lista che, allegata a una lettera del 21 maggio 1918, venne da questi inviata a Lazzaro G. B. Frugone. L’opera venne poi acquistata da Luigi che la pagò presumibilmente trentamila lire, prezzo alto di cui il mercante milanese era consapevole, e che denuncia l’ottima fama e l’alta quotazione di cui il pittore godeva nel mercato dell’arte, non solo in ambito nazionale. Assai vicino alle Rappezzatrici del 1903 (sempre lo stesso gruppo di donne, sotto lo stesso pergolato), di cui pare in realtà il pendant, il dipinto rivela appieno il felice virtuosismo pittorico, la costante ricerca di effetti luminosi, di atmosfere vibranti e solari dell’autore, ai quali si accompagna tuttavia un tono bozzettistico, da "cartolina", del soggetto di genere e del taglio compositivo.