Clicca qui per visualizzare l'immagine
Myōchin Yoshihiro, attivo in Giappone all'inzio del XIX secolo
Metalli, lastra in lega di rame battuta, patinata e parzialmente dorata (cornee) con intarsi in argento (denti) e rivestimento in lacca rossa all’interno, altezza 35.3 e 35.4 cm
Galleria I, vetrina 8 (n. inv. AA-5077)
Collezione Edoardo Chiossone, lascito testamentario, 1898
Maschera da guerra
Le maschere da guerra accompagnavano e completavano l'elmo del samurai, proteggevano il volto e avevano spesso aspetto terrificante o furente, per spaventare l’avversario.
Nella Galleria I, vetrina 8, troviamo la maschera da guerra raffigurante il volto di un karasutengu, ovvero tengu dalle sembianze di corvo. Secondo antiche leggende i tengu, temibili esseri mitici che abitano le foreste e le montagne, custodiscono l’arte segreta della spada. Sono quindi particolarmente adatti come soggetto per una maschera da guerra: oltre a spaventare il nemico con il loro ghigno mostruoso, rappresentano la bravura del samurai che la indossa.
L’esemplare è datato Era Meitoku III anno (1392) e firmato Ichijō Horikawa Jūichi Daimyōchin Yoshihiro saku, “Fatto da Myōchin Yoshihiro, undicesima generazione, di Ichijō Horikawa”. Sebbene l'opera sia datata 1392, recenti studi ci portano a credere si tratti di un caso di gimei (falsa attribuzione), una pratica giapponese comune su spade e armature, che mirava ad aumentarne il valore e l'autorevolezza attribuendole a fabbri illustri o facendo risalire le opere a un periodo antico. In questo caso l'opera è attribuita a un membro della famiglia Myōchin, i più importanti fabbri specializzati in armature, ma è datata ad un periodo storico non plausibile. L'attività di un fabbro di nome Myōchin Yoshihiro della zona Horikawa di Kyōto è attestata invece all'inizio del secolo XIX.