Esotismi

Il primo piano inizia con alcune testimonianze del gusto per l’esotico che si affermò anche in Italia nella seconda metà dell’Ottocento attraverso le grandi esposizioni. Nelle dimore della nuova borghesia in ascesa, gli ebanisti esprimevano il desiderio d’Oriente dei loro committenti in alcuni ambienti, soprattutto il fumoir e la camera da letto, come nel caso della monumentale stanza neoegizia ideata intorno al 1890 dai pittori bolognesi Fabio e Alberto Fabbi per il palazzo Gonzaga a Guastalla, vicino a Mantova. Il letto, in particolare, riecheggia le piramidi dei faraoni, mentre il cassettone presenta una veduta ideale della città di Ninive, ricreando così quell’atmosfera esotica tanto seducente quanto immaginaria. Reinterpretando motivi dell’arte islamica, il mobiliere milanese Carlo Bugatti elaborò, attraverso una ricerca formale personalissima, un nuovo stile, la cui originalità venne da subito riconosciuta a livello internazionale. L’enigmatico stipo di Bugatti si accompagna a una potiche decorata a motivi d’ispirazione persiana della Cantagalli di Firenze, a due fioriere che Galileo Chini, uno degli artisti “decorativi” più importanti dell’epoca, disegnò ormai all’inizio degli anni venti per le Terme Berzieri di Salsomaggiore dopo la sua lunga permanenza in Tailandia, a un disegno del Teatro Alhambra che Adolfo Coppedè rinnovò e ampliò a Firenze nel 1919 in stile “moresco”: tutte opere che contribuiscono a ricreare quel gusto per l’esotico attraverso cui si espresse l’ansia di evasione dal quotidiano e che si diffuse, non a caso, soprattutto nei luoghi dedicati allo svago.