La terza sezione segna il passaggio al periodo compreso tra i due conflitti mondiali. È dedicata a Duilio Cambellotti, una delle figure più significative all’interno del panorama delle arti decorative italiane della prima metà del Novecento. Caratterizzato da una spiccata predisposizione per l’integrazione delle arti, l’artista romano fu pittore, scultore, illustratore, incisore, scenografo e costumista per il teatro e il cinema, disegnò mobili, ceramiche, vetrate, medaglie, gioielli e progettò ambienti completi. Le curiose e La notte – i suoi stipi arcaici ed eleganti, presentati alle Biennali Internazionali di Arti Decorative di Monza rispettivamente nel 1923 e nel 1925, insieme alla Panca dei timoni e al Mobile dei falchi – uniti alla vetrata Stemma del Trecento e a alcune ceramiche danno un’idea della qualità e della poliedricità della sua produzione. Cambellotti aiuta a contestualizzare le opere di artisti che furono attivi nell’ambito romano negli anni venti: da Vittorio Grassi a Melchiorre Melis a alcuni giovani che si dedicarono prevalentemente alla ceramica. Di Ferruccio Ferrazzi, uno dei protagonisti del Realismo Magico e artista molto legato all’ambiente in cui operò Cambellotti, viene presentato L’Idolo del prisma (1925), riferimento emblematico alla ricerca pittorica dello stesso periodo.