L’ultima sala propone alcuni dei principali motivi iconografici della propaganda promossa dal regime fascista che, in particolare negli anni trenta, in coincidenza con la pubblicazione del Manifesto dell'aeropittura, si intrecciano strettamente con lo sviluppo delle ricerche futuriste. Gli artisti che aderirono alle varie ramificazioni del movimento guidato da Filippo Tomaso Marinetti, rispecchiarono infatti attraverso le loro opere, spesso connotate da suggestive prospettive di volo, i temi celebrativi di un’arte ufficiale ispirata da esortazioni belliciste o da un diffuso culto della personalità del Duce, come testimoniato dal dipinto Il grande nocchiere (1939) di Ernesto Thayaht, raffigurante Mussolini come una sorta di imponente robot. Se dunque la strategia politica del fascismo riprese modelli classici su cui impostare la propria equiparazione con l’impero romano, la storia recente del regime venne riletta attraverso un linguaggio sintetico e dinamico che si ritrova nelle opere dei futuristi.