Biografia

1805
Nasce a Genova il 22 giugno: il padre dottor Giacomo e la madre Maria Drago sono sposi da 1794.
E’ il terzogenito, preceduto da due sorelle, Rosa e Antonietta.

1809
Impara a leggere in casa mentre studiano le sorelle.

1810  Il colonello d’artiglieria Giuseppe Patroni, cugino della madre, presagisce in una lettera del 28 agosto che "Questo caro fanciullo è una stella di prima grandezza che sorge brillante di una luce per essere ammirata un giorno dalla colta Europa". 

1820
E’ ammesso all’Università; avviato in un primo tempo agli studi di medicina, passa a quelli di legge.

1826
Scrive il suo primo saggio letterario, Dell’amor patrio di Dante, pubblicato nel 1837.

1827
Ottiene, il 6 aprile, la laurea in "Jure Utroque".
Entra a far parte della Carboneria, società segreta.

1828
Collabora, con una decina di articoli e varie note bibliografiche, all’"Indicatore genovese". Questo giornale, la cui nuova serie era iniziata il 28 maggio, viene soppresso dal governo Piemontese il 20 dicembre.

1829
Collabora all’"Indicatore livornese" .

1830
Viaggia in Toscana per aggregare aderenti alla Carboneria.
Il 21 ottobre, a Genova, è tradito e denunciato alla polizia quale carbonaro.
Il 13 novembre è arrestato e chiuso in carcere nella fortezza di Savona.

1831
E’ prosciolto per mancanza di prove e liberato il 28 gennaio. Gli si impone di scegliere tra il confino e l’esilio.
Sceglie la via dell’esilio ed esce dal Regno Sardo il 10 febbraio.
Si reca a Ginevra, dove incontra alcuni esuli; passa a Lione e vi trova alcuni proscritti italiani; con essi parte per la Corsica, sperando di portare aiuto agli insorti dell’Italia centrale.
Rientrato in Francia fonda a Marsiglia la Giovine Italia che si propone di costituire la Nazione "Una, Indipendente, Libera, Repubblicana".
Fa stampare una lettera aperta a Carlo Alberto, appena salito al trono per esortarlo a prendere l’iniziativa della riscossa italiana.

1832
A Marsiglia, nel marzo, inizia la pubblicazione della rivista "La Giovine Italia", che ha come sottotitolo "Serie di scritti intorno alla condizione politica, morale e letteraria dell’Italia, tendenti alla sua rigenerazione".

1833
L’associazione Giovine Italia si estende anche nell’ambito militare.
Nel Regno Sardo sono condannati a morte vari affiliati; è fucilato ad Alessandria Andrea Vochieri, nobile figura di patriota.
Jacopo Ruffini, amico fraterno di Mazzini, si uccide nella notte tra il 18 e il 19 giugno, nel timore di non saper resistere alle pressioni che si esercitano sui detenuti.
Per la sua attività rivoluzionaria, Mazzini è condannato a morte in contumacia il 26 ottobre dal Consiglio Divisionale di Guerra di Alessandria.

1834
Il 2 febbraio fallisce il tentativo di invasione della Savoia.
Mazzini ripara nella Svizzera.

1835
Si accorda con patrioti esuli di tutte le nazionalità oppresse; Favorisce la costituzione delle società, più o meno segrete, Giovine Polonia, Giovine Germania, che, collegate con la Giovine Italia formano la Giovine Europa, tendente a costituire le libere nazioni europee affratellate.
Il Gran Consiglio di Berna espelle Mazzini che aveva anche promosso la Costituzione della Giovine Svizzera. Nell’ottobre, con i fratelli Ruffini, è a Grenchen. Seguono numerosi spostamenti .

1836
Il 28 maggio è arrestato a Soletta; poco dopo la Dieta Svizzera lo esilia in perpetuo dallo Stato.
Si reca a Parigi, dove il 5 luglio è arrestato; è rilasciato a patto che parta per l’Inghilterra.

1837
Nel gennaio giunge a Londra. E’ in miseria: riceverà più tardi modesti compensi per la collaborazione a giornali e riviste inglesi.

1840
Il 30 aprile ha ricostituito la Giovine Italia.
Il 10 novembre inizia a Londra la pubblicazione del periodico "Apostolato popolare", che reca nel sottotitolo "Libertà, Eguaglianza, Umanità, Indipendenza, Unità - Dio e il popolo - Lavoro e frutto proporzionato".

1841
Fonda una scuola gratuita per i fanciulli poveri in Londra.

1844
Tragica fine, il 25 luglio a Rovigo (Cosenza), della spedizione dei fratelli Bandiera, sconsigliata da Mazzini.

1847
L’8 settembre, da Londra, sottoscrive una lunga lettera a Pio IX indicandogli ciò che dovrebbe e potrebbe fare.

1848
Dal 7 marzo è a Parigi: detta lo statuto dell’Associazione Nazionale Italiana.
Il 7 aprile giunge a Milano liberata dagli austriaci.
Fonda il quotidiano "L’Italia del popolo", nel quale chiarisce le proprie idee sul modo di condurre la guerra.
Nell’agosto lascia Milano per l’arrivo degli austriaci, raggiunge Garibaldi a Bergamo e lo segue in qualità di alfiere.
L’8 agosto ripara in Svizzera, dove rimarrà fino al 5 gennaio 1849.

1849
Il 9 febbraio è proclamata la Repubblica Romana.
Goffredo Mameli telegrafa a Mazzini: "Roma Repubblica, venite!".
Il 5 marzo entra in Roma "trepidante e quasi adorando".
Il 29 marzo è nominato triumviro.
Il 30 giugno, di fronte all’impossibilità di resistere oltre in Roma, respinta la sua proposta di uscire con l’esercito e trasferire altrove la guerra, si dimette con gli altri triumviri perché dichiara di essere stato eletto a difendere, non a sotterrare la Repubblica.
Entrati i nemici, parte il 12 luglio per Marsiglia. Si reca quindi a Ginevra e successivamente a Losanna.

1850
Vive nascostamente in Svizzera, costretto dalle persecuzioni poliziesche a spostarsi continuamente.
Nel luglio è a Londra, poi di nuovo nella Svizzera.

1851
Ritorna nel gennaio a Londra, dove si fermerà fino al 1868, salvo numerose visite di settimane o di pochi mesi nel continente.
Fonda nella capitale inglese la società "Amici d’Italia" per estendere simpatie alla causa nazionale.

1852
Muore a Genova, il 9 agosto, la madre dell’Esule.

1853
Il 6 febbraio è subito represso a Milano un tentativo insurrezionale contro gli austriaci.

1855
Si oppone alla adesione del Piemonte al trattato di alleanza con l’Austria e alla spedizione di Crimea.

1857
Ritorna a Genova nel maggio per preparare con Carlo Pisacane l’insurrezione che dovrebbe poi scoppiare nel capoluogo ligure.
La polizia non riesce ad arrestare Mazzini che, per la seconda volta, sarà condannato a morte in contumacia (28 marzo 1858).

1858
Nel giugno scrive una vivacissima lettera a Cavour per protestare contro i giudizi espressi dal grande ministro nel discorso alla Camera del 16 aprile sul movimento mazziniano.
Nel settembre fonda a Londra il periodico "Pensiero e Azione" che durerà fino al 22 maggio del 1860, totalmente dedicato alla propaganda repubblicana.

1859
A Londra, il 21 febbraio, è firmata da 152 repubblicani una dichiarazione scritta Mazzini contro la guerra a l’Austria in alleanza con Napoleone III.
Escluso dall’amnistia concessa all’inizio della guerra. L’8 agosto si reca clandestinamente a Firenze: è tollerato dal ministro Ricasoli.

1860
Parte da Londra il 2 maggio per l’Italia, sperando di raggiungere Garibaldi per l’impresa dei Mille.
Arriva a Genova l’8 maggio e qui si ferma fino alla metà di agosto. Cospira perché si attende l’insurrezione Toscana fino al sud, dove trionfa l’impresa garibaldina.
Con la falsa indicazione di Londra, esce a Lugano, stampato tra il luglio e l’agosto, il volumetto Doveri dell’uomo, sintesi del suo pensiero morale, politico e sociale.
Alla metà di settembre si reca a Napoli: il 3 ottobre il prodittatore Giorgio Pallavicino lo invitò a lasciare la città. Seguono nella città partenopea dimostrazioni contrarie all’Esule.
Il 5 novembre, a Caserta, con Garibaldi, compila e diffonde lo statuto dell’Associazione Unitaria Nazionale .

1861
Il 4 gennaio, un’adunanza di mazziniani e garibaldini trasforma i comitati di soccorso a Garibaldi per la Sicilia e Napoli in comitati di provvedimento per Venezia e Roma, di nuovo mutati in Associazione Emancipatrice Italiana. Esce nel dicembre a Milano, presso l’editore Daelli il primo volume dei suoi Scritti editi ed inediti.

1862
Da Londra si reca a Lugano il 26 agosto per seguire l’impresa di Garibaldi che il 29 dello stesso mese è ferito nell’Aspromonte.

1863
Nel febbraio, per mezzo di Demetrio Diamilla Müller, è in relazione con Vittorio Emanuele II per affrettare la liberazione del Veneto.

1864
Il 18 novembre Francesco Crespi pronuncia alla Camera un discorso, nel quale afferma che la sua bandiera è "Italia e Vittorio Emanuele" e che "chi solleva un’altra bandiera non vuole l’unità d’Italia". Mazzini gli risponde nel dicembre con una lunga lettera.

1865 - 1866
Stabilisce relazioni con la Permanente, raggruppamento di parlamentari liberali Piemontesi, riprendendo il progetto per la liberazione del Veneto, ma il modo come viene condotta e conclusa la guerra del 1866 lo disillude e lo fa ritornare al lavoro puramente repubblicano.
Con 181 voti contro 107, la Camera dei Deputati annulla la sua elezione nel collegio di Messina, perché condannato a morte nel 1858 per i moti genovesi.
Nel settembre detta le norme dell’Alleanza Repubblicana Universale.

1867
Il 7 febbraio rinuncia all’elezione a deputato.
Nel novembre-dicembre è malato a Lugano e riceve la visita di Carlo Cattaneo.

1868
A Lugano, nel dicembre, convoca i rappresentanti repubblicani per considerare la situazione in vista del congiungimento di Roma all’Italia.

1870
Ai primi di gennaio giunge a Genova, poi ritorna a Lugano; rientra in Italia.
L’11 agosto parte per la Sicilia sperando in un movimento insurrezionale.
A Palermo prima di scendere dalla nave, è dichiarato in arresto; il 14 agosto è portato al carcere del forte di Gaeta.
Il 14 ottobre è liberato, in virtù dell’amnistia concessa ai condannati politici per la presa di Roma.
Dopo brevi soste a Roma, Livorno, Genova, riprese la via dell’esilio.
E’ a Lugano alla fine di ottobre; ritorna a Londra alla metà di dicembre.

1871
Il 9 febbraio esce a Roma il numero - programma del settimanale "La Roma del popolo".
Il 10 febbraio lascia Londra per Lugano.
Nel novembre promuove il Patto di Fratellanza tra le società italiane operaie.

1872
Giunge in incognito a Pisa il 6 febbraio, ospite dei Nathan-Rosselli, dove muore il 10 marzo.
Il 17 successivo si svolgono a Genova i funerali solenni, vi partecipano, secondo i calcoli della polizia, circa centomila persone.