Leonardo Bistolfi "La morte"

La morte.

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato, 1859 - La Loggia, 1933)

Tecnica e misure:

Gesso, 72,5 x 63 x 50 cm

Collocazione:

Primo piano, sala "L’arte decorativa moderna" (n. inv. 87.1111.6.1)

Provenienza:

Donazione Mitchell Wolfson Jr, 2007

Tipologia:

Scultura

 

Promotore del concetto di “socialismo della bellezza”, derivato dalla lezione di William Morris, Leonardo Bistolfi propugnò l’idea di riqualificazione della vita e di democratizzazione della fruizione artistica attraverso l’integrazione di tutte le arti in un unico progetto globale (Gesamtkunstwert, secondo la definizione tedesca), che così era stato teorizzato da Henry Van de Velde: «[…] non possiamo ammettere alcuna distinzione intesa a stabilire la superiorità di uno degli aspetti dell’arte, né di una delle sue espressioni sulle altre».

Questo programma coinvolse in Italia molti artisti che, al pari di Van de Velde, decisero di dedicarsi interamente alle arti decorative e alla progettazione di ambienti. Esemplare in tal senso fu il caso di Giacomo Cometti che, diplomatosi in scultura a Torino nel 1891 ed entrato a lavorare nello studio di Leonardo Bistolfi, si indirizzò verso la progettazione di arredi ed esordì nel 1900 all'Esposizione Universale di Parigi, coadiuvato dallo stesso Bistolfi.

Nel bozzetto preparatorio per la tomba Abegg di Zurigo, La Vita e la Morte. Verso la luce, si possono ravvisare evidenti somiglianze con l’immagine de L’Alpe del suo monumento funebre per Giovanni Segantini a Saint-Moritz (1899-1906), ma si ritrova anche l’espressione di questo innovativo rapporto plastico con lo spazio. E nella seducente figura femminile emerge la sua totale adesione ai caratteri stilistici del liberty, termine con cui, prendendo spunto dal nome dell’atelier londinese di Arthur Lasenby Liberty, si definì allora in Italia lo stile art nouveau.