Il magico 900 della GAM: da Felice Casorati a Filippo De Pisis, da Francesco Messina a Renato Guttuso

Istituite specifiche commissioni di specialisti per la scelta delle opere, la Galleria d’Arte Moderna avviò una campagna di acquisti, a partire dal 1912, alle Biennali veneziane, alle mostre ufficiali della Promotrice locale e, poi, del Sindacato di Belle Arti e della Quadriennale romana, col preciso obiettivo di documentare capillarmente la produzione artistica ligure e, per esempi, quella nazionale. I temi del paesaggio, della natura morta e del ritratto caratterizzano le acquisizioni del museo nel periodo tra le due guerre.

Vennero acquistate opere di Antonio Discovolo (Bologna 1874- Bonassola 1956) artista legato in prima istanza agli ambienti simbolisti e divisionisti, e qui presente con Il castagno del 1921, una smagliante veduta postimpressionista che proietta il pubblico sul mare delle Cinque Terre attraverso la fronda-sipario dell’albero. Domenico Guerello (Portofino 1891-1931) con Calma argentea, un olio su tela del 1922, in cui il pittore ritrae l’artista Alma Fidora, moglie del critico Ugo Nebbia, compenetrando figura e natura in una magica e rarefatta atmosfera di suggestione casoratiana. Atmosfera sospesa che, in parte, si ritrova anche in Terrazzo sul mare di Pietro Dodero del 1923, forte brano pittorico con natura morta in primo piano, e l’insenatura di Portofino come sfondo, vicino a saldi e salutistici ritratti mitteleuropei.

Dal metafisico-classicheggiante Archeologo di Filippo De Pisis, tela del 1928, esposta alla Biennale veneziana di quell’anno - suggestiva visione senza tempo che l’artista elabora forse già a Parigi dove si era da poco trasferito – a La mietitura di Arturo Tosi (Busto Arsizio 1871-1956), esposto alla Quadriennale di Roma del 1935 e ambientato nelle valli bergamasche.

Una sala al piano ammezzato è dedicata alla scultura degli anni Venti e Trenta con importanti presenze artistiche: intanto, Eugenio Baroni (Taranto 1880-Genova 1935) e alcuni degli intensi pezzi ideati, con piglio alla Wildt e tratti espressionisti vicini alla Kollwitz, per il Monumento al Fante del Monte San Michele al Carso, mai realizzato, ed esposti alla Biennale del 1926, in parte acquistati e in parte donati al museo dall’Associazione delle Madri del Fante nello stesso anno. Legato al periodo genovese è il bronzo dell’Ofelia di Francesco Messina (Linguaglossa 1900-Milano 1995), che si ammira nella sala contigua: acquistato nel 1923 alla mostra della Società Promotrice di Belle Arti di Genova e frutto di un’equilibrata formula di naturalismo e sostanzioso classicismo che ancora connota il Nudo di giovinetto, un infantile kouros in miniatura del 1930, e un olimpico Pugilatore in riposo alle corde, acquistato alla Biennale nel 1930.

Contadini al lavoro, 1951

Contadini al lavoro, 1951

Contadini al lavoro, 1951

Contadini al lavoro, 1951

Vita estiva, 1925

Vita estiva, 1925

Vita estiva, 1925

Vita estiva, 1925

La mietitura, 1935

La mietitura, 1935

La mietitura, 1935

La mietitura, 1935

Pugilatore in riposo alle corde

 Pugilatore in riposo alle corde

Pugilatore in riposo alle corde

 Pugilatore in riposo alle corde

Ofelia

Ofelia

Arturo Martini "La convalescente"

Arturo Martini "La convalescente"

Arturo Martini "La convalescente"

Arturo Martini "La convalescente"

Ritratto di fanciulla (retro)

Ritratto di fanciulla (retro)

Ritratto di fanciulla (retro)

Ritratto di fanciulla (retro)

Il castagno

Il castagno

Il castagno

Il castagno

Archeologo

Archeologo

Archeologo

Archeologo

Veduta del Porto di Genova del 1939

Veduta del Porto di Genova del 1939

Veduta del Porto di Genova del 1939

Veduta del Porto di Genova del 1939

Villa Pace

Villa Pace

Villa Pace

Villa Pace