Clicca qui per visualizzare l'immagine
Stemma trecentesco
Mitchell Wolfson Jr. 2014 Genova - donazione
Cambellotti, Duilio - Picchiarini, Cesare
vetrata
1912 - 1912 - XX
GX1993.113.2
Unità di misura: cm; Altezza: 120; Larghezza: 120; Profondità: 4
vetro piombato
Mostra della vetrata allestita - Palazzo dei Filippini, Roma - 1912
Membro del gruppo artistico costituitosi intorno a “La Casa”, rivista di “estetica, decoro e governo dell’abitazione moderna” fondata nel 1908 da Edoardo De Fonseca, Duilio Cambellotti condivise con gli altri esponenti del movimento, tra cui Vittorio Grassi e Umberto Bottazzi, l’ispirazione ai modelli estetici delle Arts & Crafts: specialmente nella rivalutazione di tradizionali tecniche artigianali - come l’abolizione dell’uso dei chiodi e il montaggio per incastri - che permettevano di ottenere, attraverso un semplificato processo costruttivo, un rigoroso e lineare decoro. La comune ispirazione medievalista di matrice ruskiniana professata da questa compagine artistica confluì in una propensione collettiva al filologico recupero di tradizioni locali mantenute in vita dall’artigianato minore e a un’integrazione tra arte e architettura, declinata attraverso inserti decorativi in ceramica e vetri policromi. L’attrazione di Cambellotti per le suggestioni di un immaginario medievale – già evidente nella tavola Medioevo, pubblicata nel 1905 sulla rivista “Novissima” e raffigurante un aspro paesaggio collinare punteggiato da vetusti manieri turriti, o nella sagoma di un elmo medievale con cui accompagnò la sua firma sino 1910 – si intensificò in particolare attraverso la mediazione letteraria di Dante, come testimoniato dalla sua vittoriosa partecipazione al concorso bandito da Vittorio Alinari per le illustrazioni de La Divina Commedia. Se tali suggestioni improntarono anche i preziosi intarsi dei mobili del Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, caratterizzati da raffigurazioni di borghi attraversati da corsi d’acqua che richiamavano i codici miniati del medioevo, questa sua ispirazione trovò la più compiuta ispirazione nelle vetrate, alla cui realizzazione cominciò a dedicarsi insieme a Grassi e Bottazzi grazie alla collaborazione con il maestro vetraio Cesare Picchiarini. Il loro esordio espositivo in tale ambito avvenne nel 1912, in occasione della Mostra della vetrata allestita a Roma nel Palazzo dei Filippini. Cambellotti espose tre vetrate – "Stemma trecentesco", "I corvi" e "Visione eroica" – che, attraverso il filtro dell’estetica contemporanea, mostravano un forte legame con l’energia espressiva di un’epoca remota. La tecnica vetraria rappresentò per Cambellotti una coerente sintesi tra quell’etica culturale, che aveva ispirato la costruzione delle cattedrali gotiche e le componenti estetiche e sociali desunte dai principi teorici dei pionieri del movimento moderno. Stemma trecentesco in vetro piombato multicolore.