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Scheletro fossile
Reperto
Grotte Santo Stefano, Viterbo, giugno 1941
Piano terra, Salone di Paleontologia (n. inv. MSNG 35443)
Grotte Santo Stefano, Viterbo, giugno 1941
L’elefante antico italico (Elephas antiquus italicus) visse nelle foreste euroasiatiche del Quaternario ed è attualmente estinto.
Nel centro del Salone di Paleontologia spicca il grande scheletro, lungo 14 metri, rinvenuto nel 1941 in un deposito di farina fossile presso Viterbo. La zona del ritrovamento, non lontana dal lago di Bolsena e dal vulcano Cimino, ha un passato geologico assai travagliato: si alternarono momenti di parossismo vulcanico e lunghe pause, durante le quali le acque modellarono colline di tufi vulcanici e, accolte nelle depressioni, formarono laghi e paludi.
È probabile che l’elefante sia rimasto bloccato nella melma di un lago e non abbia saputo riguadagnare la riva: dopo la morte andò a fondo e, lentamente, venne sepolto dal sedimento lacustre, costituito dai microscopici scheletri delle Diatomee, che divenuto roccia conservò il fossile di questo grande animale.
Per effettuare le opere di consolidamento dello scheletro in vista del montaggio a Genova, l’esemplare fu trasferito all’Istituto di Geologia di Pisa, dove però le ossa furono danneggiate dai bombardamenti alleati e quindi dovettero essere ulteriormente restaurate. Nel 1953-54 l’esemplare fu finalmente montato nell’attuale adeguata posizione grazie al contributo finanziario della Società Amici del Museo. Nel 1996 si è poi provveduto ad un accurato restauro dell’esemplare, a cura del Laboratorio dell’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Firenze.