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Girolamo Bordone
Dipinto
Olio su tela, 230 x 440 cm
Datato 1598
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Girolamo Bordone
Dipinto
Olio su tela, 230 x 440 cm
Datato 1598
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Anonimo, prima metà XVII secolo
Dipinto
Olio su tela, 151 x 250 cm
L’isola di Tabarca si trova a poca distanza dalla costa tunisina. Il quadro fa da pendant a un altro rappresentante l’isola vista da settentrione. Sul castello sventola la bandiera della famiglia Lomellini, alla quale nel 1540 il bey di Tunisi diede in concessione l’isola.
La famiglia faceva parte della cerchia di Andrea Doria e la concessione era probabilmente il prezzo per la liberazione del corsaro turco Dragut, catturato nel 1540 da Giannettino Doria, nipote di Andrea Doria.
I Lomellini colonizzarono Tabarca con un gruppo di abitanti di Pegli, quartiere di Genova, con lo scopo di sfruttare le ingenti risorse di corallo. La comunità visse sull’isola sino al 1738, quando si trasferì nell’isola sarda di Carloforte con il beneplacito del re Carlo Emanuele III di Savoia. Qui si parla ancora il più antico dialetto genovese.
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Anonimo
Dipinto
Olio su tela, 130 x 200 cm
Datato fine XVI sec.
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Anonimo
dipinto
Olio su tela, 113 x 102 cm
Datato 1797
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Anonimo
Dipinto
Olio su tela, 53 x 69 cm -
Datato seconda metà XIX sec.
Data: da 05/11/2020 a 15/12/2020
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Pasquale Navone (Genova, 1746-1791)
Scultura
I due schiavi mori del corteo dei Magi, opera di Pasquale Navone (1746-1791), qui presentati in un allestimento scenografico realizzato nel 2011, spiccano come figure eccezionali per qualità e rarità fra le oltre 350 che costituiscono la collezione prediletta da Matteo Luxoro. Qui si propongono nel loro ruolo di figuranti e non come piccole sculture lignee a sé stanti per restituirle alla realtà per la quale uscirono dalla mano del proprio artefice. L’utilizzo di figure a manichino articolato, con occhi di vetro, abiti in tessuto (più raramente con parrucche di capelli artificiali), disposte in elaborate scenografie, accanto a figure interamente scolpite e policromate trasformava il presepe in un apparato effimero che si poneva a mezzo tra un tableau vivant ed una rappresentazione teatrale. Ogni figura veniva infatti abbigliata in modo adeguato al personaggio, per enfatizzarne il ruolo e creare "comunicazione" fra i diversi protagonisti - popolani, pastori, nobili e personaggi del corteo dei Magi - nell'ammirazione estatica del mistero della Natività.
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Versatoio
Boselli, Giacomo
brocca
1750 - 1800 - XVIII
M.G.L. 1506
Maiolica decorata “a terzo fuoco”
Nel panorama della maiolica ligure settecentesca spicca la figura del ceramista savonese Giacomo Boselli che rinnova profondamente la produzione locale, sia dal punto di vista tecnico, sia per quanto riguarda i modelli artistici e culturali di riferimento. Riesce infatti a recepire con prontezza le suggestioni del gusto rocaille e quelle del successivo stile Luigi XVI sino ad aderire precocemente all’incipiente Neoclassicismo che si stava diffondendo in Europa verso la fine del secolo. Attento al panorama internazionale, dovendo anche fronteggiare la sempre crescente concorrenza delle manifatture di maioliche francesi e poi di quelle inglesi di terraglia, apporta anche importanti innovazioni alle tecniche tradizionali, applicando ad esempio alle sue maioliche il procedimento del “terzo fuoco”, una terza cottura a temperatura più bassa che consentiva di fissare colori squillanti, molto apprezzati nel XVIII secolo, come il rosso porpora, il verde smeraldo e l’oro. Il versatoio, dalle eleganti forme rococò, è un tipico esempio della migliore produzione “a terzo fuoco” della manifattura Boselli, che interpreta con sobrietà suggestioni provenienti dalla coeva maiolica di Marsiglia.
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Cassettone a ribalta
Matteo Luxoro 1945 - legato
manifattura genovese
Manifattura ligure, 1760 circa
cassettone a ribalta
1750 - 1750 - sec. XVIII
M.G.L. 555
Unità di misura: cm; Altezza: 116; Larghezza: 128; Profondità: 67
legno impiallacciato
Il mobile è un pregevole esempio della produzione di ebanisteria ligure settecentesca. Cassettone con profilo ondulato e bombature verticali. La ribalta, una volta aperta, rivela una serie di cassettini e di scomparti disposti su due livelli e anch'essi animati da bombature. Uno piccolo specchio in posizione centrale è fissato tra gli scomparti. La fine impiallacciatura forma una serie di volute che sottolineano la forma dell'arredo, mentre il fronte è impreziosito da un elemento polilobato, localmente definito "quadrifoglio". Bocchette, e maniglie in bronzo fuso dorato
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Orologio notturno-diurno
famiglia Luxoro 1945 Genova - legato
Giovanni Pietro Callin, seconda metà del XVII secolo
orologio
1651 - 1699 - XVII
M.G.L. 279
Unità di misura: cm; Altezza: 67; Larghezza: 48; Profondità: 18
cassa in pero ebanizzato intagliato, bronzo fuso, mostra in rame dipinto
Un'ostinata illusione: la misurazione del tempo e gli orologi Luxoro - Genova - 2004
L'orologio, grazie alla firma sul meccanismo, può essere ricondotto all'attività della bottega dei Callin. Probabilmente Giovanni Battista è uno dei figli di Pietro Callin, perchè la sua firma compare per esteso su un orologio apparso recentemente sul mercato antiquario e databile agli inizi del XVIII secolo. La mostra dipinta, esclusivamente per quanto riguarda la parte superiore con i putti recanti ghirlande di fiori, è stata dubitativamente riferita a Giovanni Lorenzo Bertolotto. Orologio notturno-diurno con cassa sormontata da un frontone con tre figure di putti in bronzo fuso dorato. Quattro satiri in bronzo sono addossati agli spigoli del basamento, che presenta un elemento decorativo centrale formato da una lamina in bronzo sbalzato e sellato. Sulla mostra un'apertura trapezoidale su cui si legge l'ora notturna, mentre il quadrante per le ore diurne è dipinto in bianco con cifre romane e presenta all'interno il quadrante dello svegliarino in metallo dorato. Lancetta oraria in metallo dorato, lancetta dello svegliarino in ferro.
Sede:
Comune di Genova - Palazzo Tursi
Via Garibaldi 9 - 16124 Genova
C.F. / P.iva 00856930102