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Gio.Bernardo Carbone (Genova, 1616-1683)
Olio su tela, cm. 67 x 52
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Gio.Bernardo Carbone (Genova, 1616-1683)
Olio su tela, cm. 67 x 52
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Gio.Bernardo Carbone (Genova, 1616-1683)
Olio su tela, cm. 178 x 132
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Luciano Borzone (Genova, 1590-1645)
Olio su tela, cm. 156,5 x 115
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Domenico Fiasella, detto il Sarzana (Sarzana, 1589 - Genova, 1669)
Olio su tela, cm. 261 x 309
Questo ritratto collettivo raffigura la Famiglia di Vincenzo Imperiale in un loggiato che si apre scenograficamente sui giardini della sua Villa di Sampierdarena. Venne realizzato quasi interamente da Giovanni Battista Casoni, tra i principali collaboratori di Domenico Fiasella detto il Sarzana, nonostante il contratto fosse stato stipulato con quest’ultimo. Come evidenzia la parasta posta a sinistra alle spalle del gruppo, la data di esecuzione è il 1642. Tre generazioni sono riunite serenamente di fronte al pittore, tutte abbigliate alla spagnola. Vincenzo è la seconda figura a partire da sinistra con la moglie, Brigida Spinola accanto, circondati dal primogenito e dalla figlia maggiore. Tutte le altre figure sono i nipoti, che sappiamo essere in numero di dieci. I due maschietti ritratti nudi in basso a sinistra, pertanto, dovrebbero essere due figli morti infanti. La fanciulla in rosso al centro della composizione è Maria Cristina che reca un garofano, rosso anch’esso, simbolo di promessa nuziale. Riceve la benedizione del nonno e della madre, mentre la nonna tenendo il cagnolino in braccio allude alla fedeltà coniugale. Si potrebbe rileggere questo dipinto alla luce di un poema composto da Vincenzo Imperiale, letterato sensibile e colto, nel passo in cui paragona la vicenda umana a quella del divenire della natura “tal che in un tempo ha triplicato germe/ il sen fiorito del pregiato padre;/ questi nasce, questi cresce, e l’altro invecchia/ al rinverdire dell’un, l’altro rosseggia; e pargoletto un altro in fior biancheggia”
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Domenico Fiasella, detto il Sarzana (Sarzana, 1589 - Genova, 1669)
Olio su tela, cm. 185 x 230
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Domenico Fiasella, detto il Sarzana (Sarzana, 1589 - Genova, 1669)
Olio su tela, cm. 153 x 189
Nato nell’estremo Levante ligure, Domenico Fiasella si trasferì presto a Genova, dove fu allievo del pisano Aurelio Lomi e, più a lungo, di Giovanni Battista Paggi.
Fra il 1607 e il 1615 soggiornò a Roma, dove strinse rapporti con il Cavalier d’Arpino e i caravaggeschi riformati e fu apprezzato dal Reni e dal Passignano. Arricchito dall’esperienza romana, tornò a Genova e contribuì a rinnovare la tradizione locale coniugando i modi stilistici del tardo manierismo con il luminismo toscano e le ricerche caravaggesche, giungendo negli anni trenta alla piena maturità e successo, tanto che, quando, nel 1637, la Madonna fu solennemente proclamata regina di Genova, Fiasella fu investito del ruolo di protagonista nella definizione e realizzazione dell’iconografia di immagini ufficiali della Repubblica.
Quest’opera, eseguita intorno agli anni trenta e di cui non si conosce né il committente né l’occasione della sua esecuzione, rivela la capacità del maestro di eseguire dipinti assai calibrati nella forma, ma innovativi per l’assetto compositivo, in cui un incisivo naturalismo e il vivace dialogo fra colori e luce esaltano la narrazione dell’insieme.
In particolare, nel soggetto qui rappresentato, rarissimo nell’iconografia cinqueseicentesca, egli dà prova delle sue capacità di narratore. La scena si svolge in un interno: un sovrano, sulla sinistra, addita verso le figure che occupano la parte opposta della tela. Qui, un filosofo, riconosciuto come Anassarco dalla critica, siede meditabondo, con in mano una bilancia i cui bracci sono in perfetto equilibrio, attorniato da tre discepoli che tentano invano di attirarne l’attenzione sui tragici eventi descritti nello sfondo, dove si scorge una città divorata dalle fiamme.
La chiave interpretativa dell’intera rappresentazione è fornita dall’iscrizione che si legge sul basamento di un pilastro alla spalle di Anassarco, che recita “Mediis Tranquillus In Undis”, letteralmente “tranquillo in mezzo alle onde” ma da intendersi come “padrone di sé anche nelle situazioni più difficili”, con riferimento alla capacità, propria dell’uomo saggio, di restare impassibile anche di fronte
agli eventi più drammatici.
Questo era il motto di Guglielmo d’Orange, detto il Taciturno, primo sovrano d’Olanda, e figura nella raccolta di motti e sentenze, ritenuti di Orazio, che furono pubblicati più volte nell’arco del Seicento e del Settecento con il commento di Gerbrand Bredero e le illustrazioni dell’incisore Otto van Veen (1556-1629), che Fiasella utilizzò per elaborare il suo dipinto.
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Domenico Fiasella, detto il Sarzana (Sarzana, 1589 - Genova, 1669)
Olio su tela, cm. 127 x 117,5
A ridosso di una delle zone baricentro del centro cittadino moderno, nei pressi di piazza Dante, si trova un'isola medievale di particolare fascino. Percorrere la breve salita mattonata dello storico vico dritto di Ponticello significa attraversare uno spazio denso di monumenti, una sorta di breve passeggiata nella storia di Genova.
Certamente i lavori di ristrutturazione urbanistica susseguitisi nella zona nel corso dei primi decenni del secolo scorso ne hanno stravolto l’aspetto, ma a noi rimane una specie di "condensato" del tutto evocativo. Fra Medioevo e scoperta delle Americhe si può quasi toccare con mano uno dei periodi più fecondi e affascinanti della storia e dell’arte cittadine.
Salendo, a destra, si trova la Casa nella quale Cristoforo Colombo fanciullo abitò, quando aveva fra i quattro e i nove anni: è un piccolo, ma denso, memoriale dedicato al più importante esploratore della storia. L'interno è visitabile.
Subito dopo ecco il chiostro medievale della chiesa monastica di Sant’Andrea, che si trovava dove adesso è l’edificio della Banca d’Italia ed è stato ricostruito qui dopo la demolizione della chiesa e del convento medievale di cui costituisce l'unica testimonianza.
In cima alla salita si erge la severa Porta Soprana, accesso alla città medievale da Levante, costruita dai genovesi fra il 1155 e il 1158, a difesa di un attacco (che non avvenne) da parte delle truppe di Federico Barbarossa. Per questo le mura di cui costituiva il principale varco sono dette "del Barbarossa". Ha lapidi celebrative delle glorie di Genova.
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Il Museo non è al momento accessibile.
BIGLIETTI
Biglietto singolo Casa di Colombo
5 € (per tutti)
gratuito da 0 a 18 anni (cittadini UE) e la domenica i residenti del Comune di Genova
Il biglietto del museo dà diritto all'accesso con biglietto ridotto al Museo di Sant'Agostino.
Per suggerimenti e segnalazioni vai al link https://segnalazioni.comune.genova.it/
In caso di impossibilità di fruizione del servizio il visitatore può richiedere il rimborso dei titoli d’ingresso (biglietti singoli, interi o ridotti, card), inclusi quelli acquistati on line. La richiesta di rimborso deve essere presentata entro 15 giorni dall’avvenuto disservizio, utilizzando il presente modulo.
Il Complesso monumentale della Lanterna di Genova fa parte del Mu.MA - Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni insieme al Galata Museo del Mare, al Museo Navale di Pegli e alla Commenda di Prè che ospita il MEI Museo dell'Emigrazione Italiana.
La Lanterna di Genova è il monumento simbolo della città, il faro più alto del Mediterraneo, secondo in Europa.
Nei secoli è stata torre di segnalazioni e di guardia armata, palcoscenico di funamboli e prigione. La sua forma attuale risale al 1543 quando fu ricostruita dopo la distruzione del vecchio faro avvenuta nel 1514. Nel 1626 alla Lanterna fu posta la prima pietra di quella cinta muraria lunga circa 20 km, conclusa nel 1639, divenendo così la cinta muraria più lunga d’Europa e seconda nel mondo, per lunghezza, solo alla Muraglia Cinese.
Lo scoglio su cui sorge è alto 40 metri, la torre 77 metri, la sua sommità si trova quindi a 117 metri sul livello del mare. La sua ottica rotante proietta luce sino a 57 km di distanza.
Gli scalini da salire per arrivare alla prima terrazza (l’unica visitabile) sono 172.
La visita al complesso monumentale della Lanterna inizia dalla passeggiata che conduce all’antico faro, affacciata sul Porto di Genova.
Si prosegue nel museo open air del parco, che si snoda adiacente alle fortificazioni seicentesche e la Porta Nuova della Lanterna, l’antico portale occidentale di accesso a Genova.
Alla base del faro, all’interno delle antiche fortificazioni si trova il Museo della Lanterna, che è in fase di aggiornamento: nelle prime sale, si racconta la storia della Lanterna. Le ultime sale, dette dei “Cannoni”, ospitano fari e fanali.
All’uscita del museo si prosegue verso il faro, all’interno del quale i visitatori hanno la possibilità di salire 172 gradini fino alla prima terrazza panoramica per ammirare una vista affascinante e inedita a 360 gradi sulla città e sul porto.
ORARI
sabato, domenica, festività e ponti, dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17,30) secondo il seguente calendario:
Giugno 1, 2, 7 e 8, 14, 15, 21, 22, 24, 28 e 29
IMPORTANTE
L'accesso alla struttura, per la sicurezza dei visitatori, non è consentito agli animali, fatto salvo i cani da accompagnamento per persone diversamente abili.
Per accedere al complesso museale la biglietteria è situata all'inizio della passeggiata. Non è disponibile un parcheggio. Si può parcheggiare al Terminal Traghetti o al parcheggio pubblico dell’Esselunga (i parcheggi sono a pagamento secondo tariffe delle strutture) entrambe adiacenti all’inizio della passeggiata.
Con i mezzi pubblici si può prendere la metropolitana (scendere alla fermata Dinegro) o il bus 1 da Caricamento- Acquario, il bus 20 o 18 da Piazza De Ferrari (centro città), il 20 o il 32 dalla Stazione di Genova Piazza Principe fino alla fermata denominata Lanterna/Buozzi 2 Dinegro. Dopodiché si raggiunge la Lanterna a piedi percorrendo la passeggiata panoramica (800m)
ALLERTA METEO
In caso di maltempo, vento di Burrasca Forte, allerta Idrogeologica ARANCIONE O ROSSA, il complesso monumentale della Lanterna resterà chiuso e tutti gli eventi in programma saranno cancellati.
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BIGLIETTI
Biglietto singolo
intero € 6,00 Parco + Museo
integrazione Faro (prima terrazza panoramica) € 3,00 (non vendibile separatamente)
intero Parco + Museo + Faro (prima terrazza panoramica) € 9,00
ridotto € 5,00 Parco + Museo (NB. non include il faro - prima terrazza panoramica - che rimane sempre ad € 3,00)
ridotto Parco + Museo + Faro (prima terrazza panoramica) € 8,00
Chi ha diritto alla riduzione
Chi ha diritto all'ingresso gratuito
L’ingresso gratuito è garantito anche ai possessori della tessera – in corso di validità - Associazione Amici della Lanterna. Per le persone da loro accompagnate è garantito l’accesso con biglietto ridotto.
I biglietti possono essere acquistati online (servizio di prevendita 1 €)
Per suggerimenti e segnalazioni vai al link https://segnalazioni.comune.genova.it/
In caso di impossibilità di fruizione del servizio il visitatore può richiedere il rimborso dei titoli d’ingresso (biglietti singoli, interi o ridotti, card), inclusi quelli acquistati on line. La richiesta di rimborso deve essere presentata entro 15 giorni dall’avvenuto disservizio, utilizzando il modulo a questo link
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Domenico Fiasella, detto il Sarzana (Sarzana, 1589 - Genova, 1669)
Olio su tela, cm. 187 x 231
Sede:
Comune di Genova - Palazzo Tursi
Via Garibaldi 9 - 16124 Genova
C.F. / P.iva 00856930102
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