La seconda sala del piano nobile della dimora del capitano d’Albertis è la Sala delle Meridiane, anche chiamata Sala del Camino o Sala Gotica: la denominazione assegnata da Edmondo De Amicis elimina ogni equivoco con il termine “studio di un girovago pintor di meridiane”.
In questa sala, il capitano progettava le meridiane che ha realizzato in tutto il mondo e di cui si sono conservati spolveri e fotografie. Oltre agli strumenti per costruirle, che lui stesso trasportava in un baule su cui si legge “Istrumenti. E.A. D’A”, è qui visibile parte del suo contenuto di attrezzature e utensili, insieme ad alcune meridiane portatili esposte in una delle bacheche originarie del museo ottocentesco.
L’arredo originario e gli strumenti usati dal capitano per costruire le meridiane ripropongono questo spazio come luogo del richiamo all’identità familiare ma anche cittadina, variamente evocata insieme ai motivi dell’impresa colombiana.