Tutto cambiò con le inarrestabili ondate migratorie europee di Inglesi, Francesi, Scandinavi, Tedeschi, aiutati da missionari di diverse congregazioni. Si appropriarono di sempre più vasti territori, lasciando spingere l’un l’altra le nazioni indigene verso l’interno. Archi e frecce, lance e mazze litiche nulla potevano contro i "bastoni di fuoco" (= fucili). Le compagnie europee compravano dagli indiani pelli di castori prima e bisonti poi, in cambio di fucili, cavalli e – purtroppo – alcoolici.
Armi e quadrupedi dettero loro mobilità estrema e la possibilità di collocarsi su milioni di chilometri di terre incontaminate, ma assolutamente non adatte alle coltivazioni: uno strappo radicale, irreversibile.
Speravano che in quelle terre inospitali i bianchi non sarebbero mai arrivati. L’illusione durò poco. Washington e le compagnie di commercio non ebbero più bisogno di comprare ed iniziarono la mattanza dei bisonti per affamarli: degli oltre 40-45 milioni di bisonti rimasero nel 1870 poche centinaia. La politica di annientamento ed internamento sistematico fu perfida. Ai superstiti non rimase che rifugiarsi nei miti e nelle leggende dei trapassati.