La destinazione Hopi di quest’area del museo è stata scelta da Ursula Roach, indigena Hopi venuta a Genova nel 1998 insieme a Cesare Marino (National Museum of the American Indian, Smithsonian Institution, Washington) per visionare il materiale Hopi di Genova e il museo.
Il materiale qui esposto proviene:
- dal viaggio del Capitano D’Albertis compiuto in Arizona nell’ottobre del 1896, come documentano le foto da lui scattate durante il suo secondo viaggio intorno al mondo (contrassegnato dalla sigla CDA);
- dal viaggio del Prof. Amedeo Dalla Volta del 1953, la cui collezione, contrassegnata dalla sigla ADV, è stata acquisita per il museo dagli Amici del Castello D’Albertis nel 1999. Per la sua ricerca, egli ha inoltre fatto eseguire dai bambini Hopi numerosi disegni che fanno parte della collezione.
Sulle loro orme, il museo ha effettuato un terzo viaggio tra gli Hopi, nel 2002, grazie ad una borsa di studio di The Getty di Los Angeles, finalizzata alla comunicazione con gli Hopi stessi per renderli partecipi dello studio del materiale e coinvolgerli nella loro esposizione in museo. Antonio Ferretti, con sua moglie Christin, è stato l’indispensabile guida in quel viaggio tra i “suoi amici”.
Tra questi, il Sacerdote dei Serpenti Alph Secakuku ha preparato le didascalie degli oggetti, collaborando con il museo e con Antonio Ferretti in tutte le fasi del lavoro, tuttora in corso.
Il viaggio, organizzato con l’autorizzazione e la supervisione dell’Hopi Tribal Council, ha permesso l’identificazione dei luoghi fotografati dal Capitano D’Albertis e la consegna delle foto all’Hopi Cultural Center, l’identificazione delle collezioni tramite il confronto con diversi membri della comunità, la consegna agli autori ormai adulti dei disegni in copia fatti eseguire dal Dalla Volta nel 1953.
Le interviste del video hanno avuto luogo in occasione di questa consegna grazie alla disponibilità dei singoli Hopi che, riconosciuti i propri disegni e il proprio nome tra le note del Prof. Dalla Volta, hanno ricordato l’episodio di quando erano bambini ed hanno raccontato la loro storia insieme a quella del proprio popolo.