Questo termine definisce la vasta area compresa tra Messico a nord e Guatemala, Belize, Honduras, Nicaragua e Costa Rica a sud ed è caratterizzato da una serie di tratti comuni alle civiltà precolombiane che vi fiorirono, tra cui l’uso di un bastone da scavo nei lavori agricoli e la coltivazione di determinati cultigeni quali mais, zucca, fagioli, pepe, cacao, chia (salvia hispanica), e maguey, un’agave da cui si ricavava il pulque, una bevanda inebriante e le cui fibre erano utilizzate per fare una sorta di carta per i codici.
La sfera sociale e religiosa era caratterizzata da una stratificazione le cui classi superiori erano formate da militari e sacerdoti, da guerre periodiche dal carattere rituale e destinate alla cattura dei prigionieri da sacrificare, dall’uccisione rituale, l’autosacrificio e il sacrificio umano, che serviva a nutrire gli dei e scongiurare la fine del mondo, oltre che da un articolato pantheon, una scienza astronomica molto sviluppata e un complesso calendario.
Ulteriori tratti comuni erano lo sviluppo delle arti figurative e la presenza di abili artigiani specializzati nella lavorazione di pietre dure, di metalli preziosi e di piume di quetzal; il gioco della palla, associato a una complessa simbologia solare, che si svolgeva in appositi campi edificati in pietra; un’architettura templare, costituita dalla realizzazione di piramidi a gradoni sormontate da un tempio destinato al culto e alle uccisioni rituali; un sistema di scrittura a caratteri pittografici e ideografici; codici in pergamena o in fibra di maguey; un sistema di numerazione a base vigesimale (a cui i Maya aggiunsero la fondamentale intuizione dello zero).
Nell’area meridionale, che comprende Honduras nord-orientale, Nicaragua orientale, Costa Rica centro-meridionale e Panama, e una parte sudamericana, sorgono varie culture, non organizzate in veri e propri stati, che costituiscono il ponte tra le culture precolombiane del sud America e quelle del Messico.
In Honduras si trovano ceramiche policrome, sculture e metate in tufo influenzate dallo stile maya, mentre la produzione più caratteristica è quella dei vasi scolpiti in marmo vulcanico, il cui centro di diffusione è la valle di Ulúa.
In Costa Rica sorgono la cultura di Nicoya e la cultura Chiriquí; la prima è caratterizzata da una ceramica policroma, le cui forme ricordano quella maya dell’epoca classica, con rappresentazioni di personaggi e animali tra cui serpenti piumati e coccodrilli; la produzione più tipica è quella delle teste di mazza in pietra dura e pendenti ad ascia a forma di divinità, intagliati, incisi e levigati, sempre in pietra dura. La seconda, che si sviluppa nel Costa Rica meridionale e nel Panama occidentale dall’850 d.C. al 1525, è caratterizzata da una ceramica di piccole dimensioni a pareti sottilissime, di grande varietà di forme, con decorazione in negativo, bicroma o non dipinta. Altro tipo di produzione ceramica è quella costituita da vasi globulari e coppe tripodi con i piedi conici o con decori applicati con effetti zoomorfi; notevole è la produzione orafa con pendenti realizzati con la tecnica della cera persa.