Battesimo di Cristo (circa 1620-1621)

Battesimo di Cristo (circa 1620-1621)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Luciano Borzone (Genova, 1590-1645)

Tecnica e misure:

Olio su tela, 252,5 x 163 cm

Collocazione:

Genova, Musei di Strada Nuova - Palazzo Bianco, (n. inv. PB 348)

Provenienza:

Nelle collezioni proveniente dalla distrutta chiesa di Santo Spirito a Genova

 

Questo grande dipinto di Luciano Borzone, pittore genovese assai vicino ai modi degli artisti lombardi Procaccini, Crespi e Cerano, costituiva la pala d’altare della cappella di San Giovanni nella chiesa di Santo Spirito a Genova, di cui Borzone aveva firmato tutto l’apparato decorativo. Esso constava di altre sei tele, di dimensioni minori, purtroppo disperse in seguito allo scioglimento degli ordini religiosi, attuato dal 1798 dalla Repubblica Ligure, rendendo impossibile oggi la ricostruzione dell’insieme.
Le opere del Borzone “per essere colorite con forza e molto bene studiate nel componimento indussero Orazio Gentileschi a ricercar chi ne fosse l’autore, e visitarlo in sua casa per acquistarne l’amicizia, che fu tra loro mentre vissero inseparabile”: così il Soprani, nella sua Vita de’ Pittori e Scultori e Architetti Genovesi (1674), riferisce l’impressione di un artista di fama come Gentileschi al cospetto dell’arte del maestro genovese.
La menzione di Gentileschi fornisce anche il terminus ante quem dell’esecuzione dell’opera che si colloca fra il 1620, data della costruzione della cappella e il 1621, quando il maestro, durante il suo soggiorno genovese, la vide.
Si tratta di un’opera giovanile, dunque, ma già capolavoro, in cui il maestro riesce a coniugare sapientemente la cultura veneta con quella toscana. La sobrietà dell’impianto scenico, su cui giocano una smagliante veste cromatica e gli effetti luministici chiaroscurali, fa elegantemente risaltare l’imponenza di una cerimonia meditata, solenne, ma insieme affettuosa. La deliziosa scenetta dei putti intenti a interpretare l’iscrizione sul bindello dimenticato dal Battista, costituisce una prova di bravura nella resa del morbido chiaroscuro, contribuendo ad attenuare il tono austero dell’insieme.