Le monete dei dogi a vita (1339-1528) (seconda sala)
“È genovese, dunque mercante" (Sentenza della Rota Civile di Genova)
Per quasi duecento anni, da Simon Boccanegra ad Antoniotto Adorno, i dogi eletti a vita coniano genovini, grossi in argento e minuti in rame (vedere vetrina C), simboli di una floridezza economica cui non corrisponde certo la stabilità politica (e le potenze straniere lasciano tracce anche nella monetazione come si vede nella vetrina C dove sono esposti nella seconda e terza fila dall’alto monete dei re di Francia, degli Sforza di Milano ecc.).
Solo dal 1415 il genovino prende il nome di ducato, come era in uso per le monete d’oro delle altre zecche italiane.