Le mezzarie di Anton Giulio II Brignole-Sale

La Sala della Grotta e l'Alcova di Primo Settecento

 

A partire dal 1705, Anton Giulio II Brignole Sale fa decorare un piccolo appartamento in un mezzanino che si trova fra primo e secondo piano nobile di Palazzo Rosso, proprio sotto alle sale dette “delle Stagioni” decorate da Domenico Piola e Gregorio De Ferrari su commissione del padre di Anton Giulio, Gio Francesco I.

Si tratta di uno spazio piuttosto insolito, una sequenza di ambienti molto più ridotti nelle proporzioni rispetto ai fastosi saloni dei due piani nobili, ed evidentemente destinati a un uso privato: una prima stanza forse destinata ad accogliere una raccolta di dipinti, una sala da pranzo detta “della Grotta” per la sua decorazione, da cui si accede a una stanza da letto con un’alcova fiancheggiata da un bagno e da una stanza guardaroba; e, in direzione opposta rispetto alla prima sala, un salotto decorato con specchi.
L’appartamento rappresenta un unicum fra gli interni dei Palazzi dei Rolli, e offre uno straordinario punto di osservazione sugli spazi di vita quotidiana degli aristocratici che abitarono il palazzo: un luogo di lusso, raffinatezza e saper vivere che finalmente il pubblico può ammirare.

Anton Giulio II era appena rientrato da un’ambasceria a Parigi (dove si era fatto ritrarre da Hyacinthe Rigaud), e si rivolge ad artigiani francesi per almeno una parte della decorazione, di gusto orientaleggiante, della prima sala; mentre gli affreschi sono di Gregorio De Ferrari.

I documenti segnalano che erano destinati a questi ambienti, probabilmente alla Sala della Grotta, i due gruppi scultorei dedicati alle storie di Giove in forma di cigno con Elena e Polluce e La lupa con Romolo e Remo rispettivamente di Bernardo Schiaffino e Francesco Biggi; dopo essere state esposte alla mostra “SuperBarocco” delle Scuderie del Quirinale al Roma, le opere sono quindi tornate nella Sala della Grotta delle Mezzarie. 

La camera da letto vede all’opera ancora Domenico Parodi per gli affreschi, mentre la straordinaria alcova nasce probabilmente su progetto di Gregorio De Ferrari, con la spettacolare decorazione che finge in stucco un grande drappo fiorito, il rivestimento di specchi sulle pareti e un parquet in eccezionale stato di conservazione.

La morte improvvisa di Anton Giulio II, nel 1710, interrompe i lavori, che vengono ripresi dal figlio Gio.Francesco II attorno al 1745; Gio.Francesco coinvolge il pittore Giacomo Boni nella realizzazione del salotto rivestito di specchi e arredato con piccole consoles di stile Reggenza.