“Via Aurea” dell’antica Genova rinascimentale e barocca, Strada Nuova, dedicata a Giuseppe Garibaldi nel 1882, è riconosciuta come uno dei più noti esempi di pianificazione urbanistica della cultura europea del XVI secolo. La via ha una data di nascita ufficiale: il 17 marzo 1550, quando i governanti “dell’eccelsa Repubblica di Genova” individuarono nell’area, allora semiperiferica, corrispondente alla parte inferiore del ripido pendio di Castelletto, il luogo più adatto ove erigere “molti edifici bellissimi, il che - si affermava con profetica consapevolezza nel relativo decreto - recherà non solo utilità ma anche bellezza alla città”.
Edificati in gran parte nei trent’anni che vanno dal 1558 al 1588, i palazzi della Strada Nuova di Genova ebbero in effetti apprezzamenti incondizionati fin da subito. Giorgio Vasari, quando erano trascorsi solo dieci anni dall’avvio dei primi cantieri e sul tratto occidentale della via ancora prospettavano casupole e orti o giardini, già riportava che “…molti affermano in niuna altra città d’Italia trovarsi una strada più di questa magnifica e grande, né più ripiena di ricchissimi palazzi…”. Lo stesso storiografo ne attribuiva la paternità all’architetto perugino Galeazzo Alessi (1512-1572), discepolo di Michelangelo, che in realtà si limitò a progettare quelle nuove architetture cittadine - la villa Giustiniani in Albaro, la villa Grimaldi Cebà “in Bisagno” - che costituirono modelli per i palazzi di Strada Nuova. Due plastici esposti nella sala didattica di Palazzo Rosso, relativi ai due lati della via, ne illustrano l’aspetto all’inizio del Seicento.
Per la loro eccezionalità le dimore di Strada Nuova furono rappresentate nei rilievi disegnati in loco da Pietro Paolo Rubens (1577-1640) per procedere alla pubblicazione del suo celebre libro dedicato ai Palazzi di Genova, edito ad Anversa nel 1622, che diede alle residenze della Superba una fama europea imperitura.
Varie vicende successive hanno determinato alcuni cambiamenti nelle facciate e nelle strutture degli edifici, ed è solo dalla fine del Seicento che datò il completamento della strada con la costruzione prima del palazzo Brignole - Sale, poi soprannominato Palazzo Rosso, e successivamente la radicale trasformazione, sempre da parte dei Brignole - Sale, del palazzo di Luca Grimaldi nell’odierno Palazzo Bianco.
Alla fine del Settecento, infine, risale l’apertura a ponente di piazza della Meridiana e di via Cairoli.
Dal 2006 Genova è inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco proprio per questo complesso di “strade nuove” (la cinquecentesca via Garibaldi, la seicentesca via Balbi e la settecentesca Strada Nuovissima, oggi via Cairoli) oltre che per i suoi magnifici palazzi rinascimentali e barocchi: un insieme unico di residenze nobiliari, talora per l’appunto progettate nell’ambito di veri e propri piani urbanistici, che hanno mantenuto la loro connotazione nei secoli. Tale sistema di dimore è denominato “dei Palazzi dei Rolli” poiché nell’oligarchica Repubblica di Genova erano le private residenze aristocratiche a essere individuate come i luoghi più adatti per alloggiare gli ospiti illustri in visita alla città, e per questo tali residenze erano inserite in speciali elenchi, “i Rolli” appunto, da cui in tali circostanze si estraeva a sorte. I palazzi più prestigiosi, iscritti nella prima categoria dei Rolli, sono precisamente collocati lungo l’asse delle “strade nuove”, tra la cinquecentesca via Garibaldi e la seicentesca via Balbi, ma anche in via Lomellini e nell’area ‘curiale’ dei Doria in San Matteo.