La collezione del Gabinetto Disegni e Stampe

Il fondo disegni di proprietà del Comune di Genova conta poco meno di 10.000 fogli ed è riconosciuto come una delle collezioni grafiche più importanti del panorama nazionale. Di particolare rilevanza sono alcuni specifici nuclei di fogli che - per numero e qualità - rendono questa raccolta imprescindibile per chi voglia conoscere la produzione grafica legata alla cultura artistica genovese e ligure (secoli XVI-XX), emiliana (secoli XVI-XVIII), o di singole personalità (ad esempio Ottavio Leoni e Bartolomeo Pinelli); d’altra parte il Gabinetto Disegni e Stampe contiene anche interessanti sorprese in relazione alla produzione figurativa di altre scuole italiane ed europee.

Il primo nucleo della collezione proviene dal legato di Marcello Durazzo (1790-1848) che, dopo una vita intensamente dedicata alla cultura, morendo privo di discendenza maschile, legò alla Biblioteca Civica della città natale la sua raccolta di 1656 fogli, ufficialmente consegnati nell'ottobre 1849; risulta, poi, che nel 1863 gli eredi abbiano voluto donare altri 65 disegni ritrovati nel frattempo fra le carte dello scomparso. Questo fondo Durazzo, che non presenta timbro di contrassegno, è caratterizzato principalmente da opere di autori genovesi ed emiliani e, in misura più contenuta, di altre scuole italiane, mentre sporadica è la presenza di maestri stranieri. Come anticipato, i fogli emiliani pervenuti in proprietà civica costituiscono una grande ricchezza del fondo disegni: secondo quanto riportato da P. Rebuffo nella sua biografia a stampa di Marcello Durazzo del 1860, il nobile genovese avrebbe soggiornato a Bologna nel 1810, dove avrebbe acquistato, per tramite del pittore Francesco Giusti, moltissimi disegni "alla spicciolata", oltre a parte della raccolta dell'incisore Clemente Nicoli e "un'altra da certo Bracchi per duemilaseicento scudi". Il Giusti aveva comperato un consistente numero di fogli del Guercino e di altri artisti dagli ultimi eredi di Benedetto e Cesare Gennari, che del maestro bolognese erano stati nipoti e allievi: e infatti, proprio da questo fondo, arrivano in proprietà civica, per il tramite del Durazzo, almeno un foglio del Guercino e un progetto grafico per monumento funebre di Amico Aspertini, che lo storiografo bolognese C.C. Malvasia nel Seicento cita come proprietà dello stesso Guercino.

Dalla raccolta del Nicoli, invece, giungono a Palazzo Rosso più di sessanta fogli, tra i quali opere di Annibale Carracci, Guido Reni, Domenichino e ancora Guercino. Alcuni disegni del nucleo di ritratti di Ottavio Leoni, infine, mostrano scritte indicative dell’originaria proprietà di un Aldrovandi, collezionista bolognese della fine del XVIII secolo.

Il passo successivo, dopo quarant'anni, è connesso alla complessa vicenda dell'eredità dello scultore Santo Varni (1807-1885) il cui testamento, che prevedeva il legato al Comune di Genova dell'intera sua collezione d'arte (solo i disegni ammontavano a più di 4000), venne però impugnato dagli eredi. Dopo la sospensione dell'asta del novembre 1887, durante la quale andò pur dispersa una buona parte di quella raccolta, nel 1888 il Comune riuscì ad acquisire, per ciò che concerne la grafica, solo un centinaio di fogli, ma l'acquisto del 1899 dallo scultore Norberto Montecucco, il dono del 1905 di Giorgio Passano e il legato del 1926 di Mary Ighina  vedova Barbano - nipote del Varni - apportarono alla Collezione civica più di 650 disegni con quella provenienza, incrementando ulteriormente il numero di fogli di scuola genovese, in particolare di Domenico Piola e del suo ambito.

Il fondo Passano comprende anche 440 disegni di Bartolomeo Pinelli, parte dei quali relativi all'illustrazione della Divina  Commedia e della Gerusalemme Liberata, e almeno 200 di artisti genovesi ed italiani del XIX secolo: fra gli altri, del già citato Santo Varni, dei pittori Santo Bertelli, Giuseppe Bezzuoli, Giuseppe Frascheri, Francesco Gandolfi, Felice Giani, Giuseppe Isola, Tommaso Minardi, e di Michele Canzio, architetto e scenografo teatrale.  La collezione di grafica in relazione all'attività del Canzio era per altro destinata ad un notevolissimo accrescimento con il legato del 1909 di Giovanni Novaro, nipote del Canzio, consistente in 467 disegni per lo più di progetti per scenari di opere e balletti rappresentati a Genova negli anni fra il 1828 e il 1857. Per affinità tematica si possono poi qui ricordare i poco meno di 100 bozzetti ad acquerello di costumi teatrali per opere verdiane comprati nel 1936 da Silvio Ricagni.

Le importanti acquisizioni effettuate a cavallo del nuovo secolo erano tra i risultati più rilevanti della politica culturale portata avanti in quegli anni dall'amministrazione comunale genovese che già dal 1893 aveva costituito in Palazzo Bianco - giusto allora aperto quale museo - la Civica collezione disegni riunendo ed esponendo in parte la raccolta Durazzo e i disegni ottenuti dagli eredi Varni. A queste si aggiunsero poi, oltre alle raccolte citate, l'interessante collezione appartenuta all'antiquario Giovan Battista Villa ceduta nel 1904 dal figlio Umberto, quella di André Giordan, acquistata nel 1908, e i fogli del pittore Ernesto Rayper, venduti nel 1909 dagli eredi dell'artista. Va precisato che il fondo Villa, ricco di circa 300 disegni, è caratterizzato dalla presenza in massima parte di progetti per architetture prospettiche e per le arti decorative, sia di produzione locale sia di scuola emiliana, che contribuiscono a diversificare ulteriormente il patrimonio grafico civico.

Nel 1910 Orlando Grosso, "Segretario specializzato" dell'Ufficio di Belle Arti del Comune di Genova dal 1905, pubblicò insieme ad Arturo Pettorelli un volumetto che illustra 100 fogli della raccolta e che tuttora rappresenta un utile strumento per la conoscenza della stessa.

Nuovi incrementi datano al periodo fra le due guerre: tra quelli significativi per provenienza o consistenza si possono ricordare nel 1924 l'acquisto di altri 368 fogli di Michele Canzio ed altri scenografi genovesi da Mario Mocafico; nel 1937 l'acquisto da Enrico Pasteur di 75 disegni di Marcantonio Franceschini ed altrettanti di Francesco Baratta, tutti provenienti dalla collezione di Ferdinando Brocchi; e ancora, entro il 1940, quello di almeno 60 disegni di Carlo Barabino, l'architetto genovese attivo all'inizio del secolo XIX, parte della cui produzione grafica, pur sempre di proprietà civica, è conservata presso la Collezione Topografica annessa al Museo di Sant'Agostino.

Un'apertura internazionale provenne infine alla raccolta nel 1942 dalla donazione che porta il nome di Anselmo Foroni Lo Faro consistente in 400 disegni provenienti dalle collezioni di Carlo Argentieri e di Pier Giulio Breschi, morto a Roma nel 1937: oltre alla varietà di artisti presenti - da Correggio ai Gandolfi, da Potter a Houbraken, da Callot a Wicar - la caratteristica principale di questo fondo è quella di annoverare provenienze prestigiose, tra le quali si possono ricordare sir Joshua Reynolds (1723-1792) e Gaetano Morelli (1819-1891).

Dal 1961 la collezione grafica civica, già in Palazzo Bianco, è stata sistemata in Palazzo Rosso nel mezzanino tra primo e secondo piano, trovando posto in cassettiere appositamente disegnate da Franco Albini, nelle quali sono sistemate anche le incisioni e stampe, per lo più di scuola olandese, dei Musei di Strada Nuova.

Nel 2013 la collezione è stata trasferita all’ultimo piano di Palazzo Rosso, recuperando, nella zona dedicata alla consultazione del pubblico, i mobili da ufficio e l’allestimento della biblioteca civica sistemata da Franco Albini, e trovando adeguata sistemazione per le cassettiere dello stesso architetto nell’ampio spazio attiguo.

Selezioni di opere sono state negli ultimi anni esposte ciclicamente in mostre tematiche e monografiche, negli ambienti del mezzanino di Palazzo Rosso dotati di vetrine disegnate dallo stesso Albini.

L’attività espositiva del Gabinetto Disegni e Stampe genovese è, parallela, dal 2006, alla pubblicazione di una collana di Quaderni che costituiscono altrettanti approfondimenti monografici su artisti presenti nelle raccolte: Domenico Piola. Progetti per le arti (2006); Lazzaro Tavarone. “La vera regola di ben dissegnare” (2009); Santo Varni. Una donazione per Genova (2011) e Sinibaldo Scorza. “Avezzo a maneggiar la penna dissegnando” (2017).

Con la mostra Albrecht Dürer (1471-1528). Capolavori a bulino (2019), che ha presentato al pubblico una straordinaria raccolta di incisioni del grande maestro tedesco provenienti da una collezione privata e promesse in legato alla collezione civica genovese, la serie dei Quaderni si è aperta anche allo studio della stampa.

Musei di Strada Nuova

Decollazione di San Giovanni Battista

Decollazione di San Giovanni Battista

Musei di Strada Nuova

Decollazione di San Giovanni Battista

Decollazione di San Giovanni Battista

Musei di Strada Nuova

Autoritratto ("L’uomo di Lettere")

Autoritratto ("L’uomo di Lettere")

Musei di Strada Nuova

Autoritratto ("L’uomo di Lettere")

Autoritratto ("L’uomo di Lettere")

Musei di Strada Nuova

Progetto per la poppa di una nave

Progetto per la poppa di una nave

Musei di Strada Nuova

Progetto per la poppa di una nave

Progetto per la poppa di una nave

Musei di Strada Nuova

Madonna col Bambino e Santa Caterina Fieschi

Madonna col Bambino e Santa Caterina Fieschi

Musei di Strada Nuova

Madonna col Bambino e Santa Caterina Fieschi

Madonna col Bambino e Santa Caterina Fieschi

Musei di Strada Nuova

Soldati che contano denari

Soldati che contano denari

Musei di Strada Nuova

Soldati che contano denari

Soldati che contano denari