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Madonna con Gesù bambino e santa Caterina Fieschi Adorno
Mary Ighina Barbano
Domenico Piola (Genova, 1627-1703)
XVII - 1680 - 1685
D4396
Unità di misura: mm; Altezza: 347; Larghezza: 243
Questo disegno, e il foglio di analogo soggetto ugualmente conservato in Palazzo Rosso inv. D 2676 (matita nera, penna e inchiostro, pennello e inchiostro acquerellato; carta bianca controfondata. mm 251 x 182), costituiscono altrettante fasi dello studio per una pala, dipinta dal Piola all’inizio degli anni ottanta del Seicento per la sacrestia della chiesa di San Filippo Neri (ma oggi conservata in quella dedicata a San Francesco d’Assisi, a Genova-Bolzaneto), che illustra la visione soprannaturale che sorprese la santa genovese Caterina Fieschi Adorno (1448-1510) mentre era in preghiera, dandole la sensazione di essere legata a Gesù con un filo d'oro. In quello che deve essere riconosciuto come lo studio anteriore (inv. 2676), risultano compresenti soluzioni diversificate, alcune delle quali riprese nel secondo foglio, oggetto della presente scheda (inv. 4396), o direttamente nel dipinto. Il braccio destro della Vergine, per esempio, nell'iniziale abbozzo a matita nera è levato, mentre nella stesura a inchiostro trattiene il Bambino che, in questo modo, si trova a sinistra del riguardante; Caterina, che attratta dal “Dio d'amore” si leva dall'inginocchiatoio, contempla ma non è coinvolta nello spazio della visione soprannaturale, restandone quasi discosta. Le varianti compositive del secondo disegno non sono poche, per quanto ritornino, anche se con diversa valenza, tutti gli elementi del primo foglio: il Bambino è a destra, Caterina, sollevata a mezz’aria, viene a far parte integrante del gruppo incentrato sulla figura della Madonna, e, in basso a destra, davanti all'inginocchiatoio, un angelo dalle forme di adolescente – che stilisticamente rivela l'influenza che il ben più giovane Gregorio De Ferrari oramai esercitava su Piola cinquantacinquenne – sostituisce l'angioletto appena abbozzato dell'altro disegno. La composizione dipinta sulla tela ripete quella del secondo foglio, con l'eccezione dell'angelo, che nell’ancona torna a essere un puttino, anche se in una positura più mossa rispetto all'idea primitiva; ma la corrispondenza è tale da poter ritenere che quest’ultima variante sia stata effettuata in corso d'opera, ovvero senza la mediazione di un ulteriore progetto grafico. I legati di Marcello Durazzo (1790-1848) e quello di Mary Ighina Barbano - che era nipote dello scultore, studioso e collezionista Santo Varni (1807-1885) e ne aveva ereditato le raccolte - hanno consentito che i due disegni, certo provenienti entrambi dalla casa-studio di Domenico Piola in salita San Leonardo, dopo aver preso le vie del collezionismo all’inizio del XIX secolo, fossero definitivamente ricongiunti nell’ambito del patrimonio del Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso. Boccardo, Domenico Piola (1627-1703). Progetti per le arti, 2006; BOCCARDO in Domenico Piola (1628-1703). Percorsi di pittura barocca, 2017. Il disegno rappresenta al centro la Madonna con in braccio Gesù Bambino, sotto di lei Santa Caterina e putti.