Mazza dei capi

Mazza dei capi

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Titolo dell'opera:

Mazza dei capi

Acquisizione:

Enrico A. D'Albertis 1932

Tipologia:

mazza

Epoca:

XIX - 1851 - 1900

Inventario:

C.D.A. 492

Misure:

Tipo di misura: altezzaxlarghezzaxspessore; Unità di misura: cm; Valore: 36x12.7x2

Provenienza (nazione):

Nuova Zelanda

Tecnica:

Specifica alla produzione maori, in particolare quella lignea, è la moltiplicazione di motivi curvilinei, di spirali, e la copertura totale delle superfici con decorazioni a traforo o incise. Per un lungo periodo l’arte maori è stata descritta rintracciando solo i caratteri del suo aspetto esteriore. In tempi abbastanza recenti la pubblicazione di opere di studiosi maori ha permesso letture e approfondimenti che aprono a una complessità di simboli plastici inseriti in sistemi sociali, politici e religiosi che devono essere compresi nella loro globalità.

Utilizzo:

Cerimoniale/difensiva/offensiva Portata alla cintura, veniva tenuta con una mano e usata nei combattimenti e nelle cerimonie. Il fendente veniva inferto con il bordo convesso della lama. Cerimonie/combattimenti

Descrizione:

Mazza piatta a forma di falcetto con manico a intaglio ornato da tre bombature. Le superfici sono decorate a intaglio da gruppi di tre linee alternati a triangoli in rilievo, disposti su tre registri obliqui separati tra loro da tre fasce orizzontali. Lungo il lato interno dell'arma è intagliata una figura stilizzata che simboleggia uno spirito mitologico collegato alla potenza spirituale dell’arma (mana), che aumentava in modo proporzionale ai successi nei combattimenti. La figura ha orecchini circolari, occhi, naso e una bocca simile a un becco da cui fuoriesce la lingua; le mani tridattili intrecciate stringono il corpo informe. Esperti nel combattimento corpo a corpo, i maori hanno ideato una grande varietà di mazze corte intagliate nel legno - denominate in modo generale patu - atte a sferrare colpi improvvisi e potenti dall’alto verso il basso. Secondo la forma e il materiale usato sono definite con un nome specifico. Ogni tipo di patu era modellato e proporzionato alla presa del possessore e aveva un nome proprio: la wahaika è un tipo distinto di patu, portato quotidianamente alla cintura, il cui termine significa "bocca di pesce". Queste armi erano tramandate di generazione in generazione come cimeli di famiglia.