La tavola, opera del più celebre artista tedesco, presenta al centro in alto una scritta autografa che recita: Albert[us] Dürer german[us] faciebat post Virginia partu[um] 1506” e il tipico monogramma dell’artista composto da una A che contiene una D.
Questa precisa indicazione permette di situare l’esecuzione del dipinto durante il secondo soggiorno dell’artista a Venezia, che si protrasse dal 1505 al 1507. Dürer in questo periodo ebbe regolari contatti con i mercanti tedeschi che erano presenti nella città lagunare, le cui attività si concentravano soprattutto nel Fondaco dei Tedeschi; soprattutto ebbe contatti con la famiglia Fugger e per questa ragione alcuni studiosi hanno ipotizzato che il personaggio ritratto possa identificarsi con Christof Fugger, un componente della nota famiglia di mercanti di Augsburg.
Nonostante abbia subito negli secoli scorsi una pulitura che ha un po’ impoverito la sua materia pittorica, il dipinto conserva intatta un’altissima qualità d’esecuzione.
Il giovane protagonista è ritratto di tre quarti a mezza figura, indossa un abito semplice e un copricapo scuro, lo sguardo è assorto e intenso e sembra voler trattenere ogni emozione. In questo ritratto, Dürer ha unito felicemente elementi di derivazione nordica – la pensosa serietà, la calma del protagonista, la meticolosa cura per i particolari, come curioso il dettaglio del riflesso di una finestra nell’occhio sinistro del personaggio – con la tensione emotiva, smorzata e pacata, propria invece dei suoi modelli italiani, Giorgione in primis, di cui in questo ritratto si coglie chiaramente la matrice.