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Il Salotto Turco è una sala speciale della dimora del Capitano d’Albertis: rappresenta il fascino per l’esotico di fine Ottocento, qui richiamato dal Capitano attraverso oggetti e arredi provenienti da Egitto, Siria, Cina, India, Giappone, Turchia, Persia…
Si tratta di una rievocazione fantastica di un mondo nomadico medio-orientale che affascinava l’Occidente dell’epoca, come documentano molti salotti “arabi”, “moreschi”, “indiani” o “turchi” che vengono allestiti in Italia, in Europa o in Nordamerica.
Dal soffitto a vela che simula una tenda pendono lampade e lampadari in ottone, attraverso la cui fioca luce ci appaiono trofei di armi, scimitarre e coltelli, morbide sedute, tavolini dipinti e a traforo, stipi dorati, tessuti variegati, sandali ricamati in filo di seta, porta messaggi, faretre in pelle e gioielli luccicanti, tra vasi giapponesi, uova di struzzo, narghileh e bruciaprofumi.
Questo arredo contaminato da cineserie e oggetti africani è in parte originale ed acquistato sul luogo ed in parte abilmente immaginato e ricostruito dal Capitano, che, secondo la moda orientalista, accosta il vero e la copia, senza voler pretendere o fingere l'assoluta veridicità e purezza, ma facendosi anzi un vezzo delle ibridazioni che costituiscono un intrigante contrappunto tra loro.