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Crocifissione
chiesa dei SS. Giacomo e Filippo 1892 - Deposito governativo
Veronese, Caliari Paolo
dipinto
1584 - 1588 - XVI
PB 281
Unità di misura: cm; Altezza: 326; Larghezza: 197
olio su tela
L'opera è ricordata all'interno della chiesa dei SS. Giacomo e Filippo almeno dal 1648, dato che venne inclusa da Ridolfi tra le sue "Meraviglie dell'arte" (Ridolfi 1648, p. 308). Sappiamo di un primo disastroso tentativo di restauro, condotto sul dipinto in un momento imprecisato prima del 1847, grazie alla testimonianza di Alizeri, che nella sua "Guida artistica" criticò aspramente l'invasiva pulitura che si era portata via gran parte delle velature e delle "tinte più leggere" (Alizeri 1847, vol. II, parte II, p. 1048). Tuttavia, l'autore ne riconobbe comunque l'elevata qualità, poi ribadita da Jacobsen (Jacobsen in "Archivio Storico" 1911, p. 122), mentre un parere del tutto negativo venne espresso nel 1928 da Fiocco, che la giudicò addirittura "rozza" (Fiocco 1928, p. 192). Più recentemente, la monumentale tela è stata riconosciuta come il prototipo della copia oggi conservata alla Galleria Borghese di Roma. In considerazione dell'elevato rigore stilistico e della maggiore sobrietà della composizione, il dipinto è stato collocato nella fase più tarda della produzione di Veronese, ancora successiva della "Pietà" di San Giuliano (1584) e della "Deposizione" di Ostuni, datata tra il 1581 e il 1584. Il dipinto rappresenta Cristo in croce. La scena e vista dalla Vergine Maria mentre consolata da San Giovanni e da Maddalena.